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Il caso / Istria e Litorale

Pagano un'agenzia per avere manodopera, gli operai dopo 20 giorni svaniscono nel nulla

La storia è quella di Renato, un imprenditore agricolo istriano che ha richiesto l'anonimato e che, in autunno ha contattato un'agenzia con sede su un'isola della Dalmazia per avere manodopera da far lavorare nei campi. "Abbiamo pagato 1200 euro per quattro persone di nazionalità nepalese, poi sono arrivati, li abbiamo registrati, dato la prima paga e poi sono fuggiti". In Istria sarebbero diversi i casi segnalati

ISTRIA - “La storia ne ga subito parso un poco strana”. Il dialetto istriano traduce bene le perplessità di Renato (nome di fantasia), gestore di una azienda agricola nell’Istria croata che, dopo aver fatto arrivare quattro braccianti di origini nepalesi con un volo Katmandu-Zagabria, li ha visti svanire nel nulla neanche un mese dopo. Pur avendo diritto al visto di lavoro per un periodo di un anno, il gruppo si è volatilizzato, finendo chissà dove. Secondo la sua testimonianza, nell’appartamento hanno lasciato i vestiti che gli erano stati comprati per poter lavorare nei campi. “Siamo anche andati alla polizia a fare denuncia di scomparsa – così Renato – ma ci siamo sentiti rispondere che non interessa, quelle persone non sono più un loro problema”.

Il motivo è che manca manodopera

La vicenda possiede molti dettagli, alcuni chiari, altri un po’ più nebulosi. Ciò che sappiamo è che fa parte del sistema che la rotta balcanica è in grado di produrre. Il viaggio per raggiungere l’Europa non è sempre una questione di migliaia di chilometri percorsi a piedi. Alcuni paesi rilasciano visti per paesi dei Balcani. È il caso, ad esempio, di Cuba da dove si parte in direzione Belgrado, magari passando per Mosca. Negli ultimi periodi la carenza di manodopera agricola in Istria si fa sentire e così, molte aziende ricorrono a lavoratori stagionali, in certi casi anche da molto lontano, come nel caso del Nepal. 

La storia

Il 2021 sta per finire e Renato viene messo in contatto con i cittadini nepalesi grazie ad un’agenzia di consulenza che si chiama Issa Planinc. La sede legale è a Lissa (Vis), isola in mezzo al mare Adriatico e celebre per la disfatta italiana durante la III guerra d’Indipendenza. Dal 47 di via Vladimiro Nazor (un bel palazzetto con tanto di affaccio sul mare), l’agenzia fa sì che i quattro nepalesi sbarchino in Croazia. “Siamo andati a prenderli a Zagabria – racconta Renato – dopo aver pagato 300 euro a testa per farli arrivare. Dovevano essere qui il 15 gennaio, sono atterrati ad inizio aprile”. Secondo quanto sostiene Renato, è la stessa agenzia di Lissa a dare precise indicazioni in merito alla gestione. “I passaporti dovevamo tenerli noi” puntualizza. Al gruppo (il più vecchio di 42 anni, il più giovane ne aveva 21) viene dato un posto dove vivere e un lavoro di 40 ore settimanali. “Dal lunedì al venerdì, otto ore al giorno, circa 700 euro al mese”. I quattro vengono registrati il 21 aprile e iniziano a lavorare. La prima paga, accreditata il 13 maggio, viene conteggiata dal primo giorno al 30 aprile. “Hanno protestato perché non conoscevano il meccanismo per cui lo stipendio si conteggia sul mese e non sui giorni continuativi – spiega Renato – ma poi abbiamo chiarito ed abbiamo dato loro dei soldi in più, circa 800 kune per potersi comprare da mangiare e vivere fino al prossimo stipendio”.

Non solo Istria, non solo Renato

Un altro giorno durante queste ultima settimane chiedono di andare a Fiume. La famiglia li porta, li molla in corso, poi dopo circa mezz’ora rientrano e salgono nuovamente a bordo della macchina. "Forse si sono incontrati con qualche connazionale" ipotizza Renato. Venerdì 20 poi è l’ultimo giorno in cui vengono visti. “Subito dopo c’era il weekend e da noi non si lavora. Così li aspettavamo di nuovo lunedì”. Quel giorno la proprietà arriva in paese per caricarli e portarli nei campi. “Non c’era più nessuno, svaniti nel nulla. Hanno lasciato due borse e un po’ di vestiti”. Ora Renato ha due strade da percorrere. “O l’agenzia mi rende i soldi – dice – oppure sostituisce i quattro che sono fuggiti con altri quattro che sono già in Croazia. Vorrei magari sapere anche come stanno”. Sembra, secondo il suo racconto, che l’agenzia riceva dei soldi anche dalle persone, non solo dal futuro datore di lavoro. “Uno di loro ci ha venduto la storia che doveva restituire un anno di stipendio all’agenzia, ma non so quanto sia vera, davvero”. Renato non sarebbe l’unico imprenditore istriano ad essere rimasto vittima della situazione. "Ho amici nel giardinaggio, ma anche nel settore del vino. Una volta due persone hanno mollato dopo due giorni, un altro è durato circa una settimana. Anche in Dalmazia mi dicono che succeda, ma non io ho le prove”. 

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