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Cronaca

Rotta balcanica in Slovenia: fermati in 46, la metà respinta in Croazia

Nel fine settimana sono stati numerosi gli arrivi in Italia ma un terzo è stato rintracciato dalla polizia slovena dopo aver attraversato il confine con la Croazia. Ventuno persone originarie dell'Afghanistan hanno richiesto protezione internazionale e sono state portate a Lubiana

Ll'ultimo fine settimana sulla rotta balcanica sono riusciti ad arrivare in Italia oltre 120 migranti mentre poco meno di 50 sono state fermate dagli agenti di polizia della vicina repubblica. Sono 46 le persone - provenienti dall'Iran, dalla Tunisia e dall'Afghanistan - che sono state rintracciate dopo aver attraversato illegalmente il confine tra la Croazia e la Slovenia. Gli afghani hanno richiesto protezione internazionale e sono stati portati a Lubiana, mentre gli altri stranieri sarebbero stati riammessi in Croazia e consegnati alle autorità di sicurezza che, con ogni probabilità, li hanno rimandati oltre il confine con la Bosnia. 

"Migranti lasciati sotto il sole senza acqua per ore": la denuncia di Linea d'Ombra

La situazione generale

Nelle ultime settimane (come sempre accade da molti anni durante la stagione estiva) la rotta balcanica ha ripreso vigore, facendo registrare numerosi rintracci sia nella zona alle spalle di Trieste che in territorio friulano. Il fenomeno si è quindi riacceso in virtù di numeri significativi che hanno innescato le tradizionali prese di posizione politiche. Oltre al gruppo regionale della Lega, con l'assessore alla Sicurezza Pierpaolo Roberti in prima fila per denunciare l'arrivo dei gruppi di migranti, non sono mancate le note delle sigle sindacali di polizia. Durante il weekend infine è giunta la testimonianza dell'associazione Linea d'Ombra, da tempo impegnata nel soccorrere i migranti che giungono in piazza Libertà a Trieste. Secondo il sodalizio, nel fine settimana alcuni migranti sarebbero stati tenuti "senza acqua e sotto il sole per ore", nonostante i volontari avessero chiesto ai militari di Strade Sicure la possibilità di fornire dei generi di prima necessità. "La risposta è sempre la stessa - hanno scritto -:queste sono le disposizioni, prima devono essere visitati da un medico. Ma che disposizioni sono? A chi può fare male dell'acqua?". 

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