Ottobre caldo sulla frontiera, oltre 1000 migranti rintracciati tra Trieste e la Slovenia
Per quanto riguarda Trieste si parla di 480 richiedenti asilo intercettati dalla polizia di Frontiera, mentre sono decine i migranti che ogni giorno si presentano spontaneamente in questura. In Slovenia solo nelle ultime 72 ore sono poco meno di 600 i rintracci. Diversi gli arresti di passeur sia in Italia che oltre confine. Nel frattempo più di qualcuno dorme in strada
TRIESTE - Decine, se non centinaia di migranti arrivano ogni giorno a Trieste. Lo dicono i numeri registrati in questa prima decade di ottobre dalla questura del capoluogo regionale. Tra i rintracci effettuati dalla polizia di frontiera e le presentazioni spontanee in via del teatro romano, i dati crescono in maniera significativa e confermano, vista anche la situazione che si manifesta in piazza Libertà da settimane, la complessità di gestione del fenomeno migratorio. Per capire cosa succede sul confine orientale, le analisi hanno bisogno di numeri sia italiani che sloveni. Per fare un esempio, solo oggi a Trieste si contano oltre 130 arrivi (88 rintracciate dalla frontiera, una cinquantina le presentazioni in questura), mentre nel fine settimana appena passato gli agenti di Capodistria hanno trattato poco meno di 600 persone.
Cosa succede in Carso: arresti e rintracci
Trieste è prima linea nei rintracci da molti anni, ormai. Nella prima decade di ottobre, per quanto riguarda La Frontiera, i numeri parlano di 480 persone individuate, con diversi arresti di passeur. L'ultimo in ordine di tempo riguarda due trafficanti albanesi, finiti in manette sul Carso un paio di giorni fa. Nel capoluogo regionale gli arrivi avvengono in due maniere: o la polizia rintraccia i migranti, oppure le persone si presentano spontaneamente in questura. Ogni giorno c'è un lungo serpentone di persone che si mettono in fila per dichiarare il loro arrivo.
Cosa succede alle spalle di Trieste
Nelle utlime 72 ore il Dipartimento istriano ha arrestato tre passeur provenienti, rispettivamente, dalla Francia (trentenne), dal Kosovo (appena maggiorenne) e uno sloveno (di 45 anni). Nel primo caso all'interno di un Renault Kangoo si trovavano quattro iracheni e un afghano; domenica 9 ottobre nel Renault Express (immatricolato in Italia) viaggiavano otto bengalesi, mentre nella notte tra ieri e questa mattina un furgone, sempre di marca Renault, è stato fermato con al suo interno 16 cittadini iracheni. Solo nell'ultima settimana in Slovenia sono stati arrestati ben 11 trafficanti di esseri umani. I passeur che si trovano in carcere nella vicina repubblica sono complessivamente 72. Beccati in Italia, i passeur rimangono a disposizione dell'autorità giudiziaria. A volte, dopo aver passato in carcere un periodo di detenzione, i trafficanti rimangono liberi fino al processo che li vede imputati ma al quale non sempre si presentano. Sparire e diventare latitanti, qui sulla frontiera, sembra facile. Non c'è solo furbizia, lungo la rotta. A Trieste c'è anche molta sofferenza.
Sulle rive si fa festa per Barcolana, in stazione si dorme per terra
"Famiglia curda perseguitata in Turchia ha come giaciglio la nuda terra dei giardini attorno alla piazza del mondo. A pochi metri impazza la Barcolana" scrive su Facebook Lorena Fornasir, la donna che assieme al marito Gian Andrea Franchi da anni cura le persone che giungono nella "piazza del mondo", così ribattezzata dalle associazioni che si occupano di accoglienza. La famiglia in questione è stata fotografata mentre tutti i suoi componenti dormono a terra, lo scorso 7 ottobre. Lo fanno perché nelle strutture non ci sono più posti liberi. L'escalation di arrivi e i mancati trasferimenti organizzati dal Viminale hanno prodotto una situazione a dir poco complicata anche e soprattutto dal punto di vista delle relazioni tra istituzioni e associazioni.
I trasferimenti non sono sufficienti
Sono nove le lettere che l'Istituto Consorzio di Solidarietà ha inviato alla prefettura per chiedere che vengano disposti i trasferimenti. Da piazza Unità alla scrivania di Gianfranco Schiavone sono rimbalzati numeri molto distanti tra loro e il rapporto tra i due è precipitato. Mercoledì 5 ottobre sono stati trasferiti fuori regione 100 persone, con altre 14 inserite nel sistema di accoglienza territoriale e nove portati a Pordenone. "Rimangono senza accoglienza un altissimo numero di persone, questo di 123 è solo il trasferimento numericamente più rilevante fatto negli ultimi due mesi".