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Porto Vecchio Caput Balkan, ecco dove vive chi resta fuori dal sistema di accoglienza

Due giorni fa un incendio ha devastato il tetto di un magazzino. Al suo interno materassi, carrelli della spesa, sacchi a pelo e coperte. Il tutto, a due passi da chi fa ginnastica al mattino, o ai controlli delle forze dell'ordine. Trieste come la Bosnia

TRIESTE – Per respirare l’odore degli squat dove vivono i migranti della rotta balcanica non serve andare fino in Bosnia, nelle fabbriche della ex Agrokomerc di Velika Kladuša. È sufficiente scansare un nastro bianco e rosso dei vigili del fuoco, o spingere un cancello sempre aperto, ed entrare dentro ai magazzini abbandonati del Porto Vecchio. Qui, a due passi dal nuovissimo Trieste Convention Centre la vita dei dimenticati scorre come se nulla fosse. Gli squarci del muro di cinta lasciano intravedere la scena, che a guardarla bene sembra quella di un film. Esistono due mondi, a Trieste: un pianeta che vive alla luce del sole e che censura “solo” la propria indifferenza, e un altro nascosto nel vortice dell’oscurità. È parte di quella città sommersa, che non fa quasi mai notizia e che non piace a chi dice di voler combattere il degrado. [continua a leggere qui

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