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Cronaca

San Giusto D'oro 2016, consegnato il premio alla Psichiatria triestina e la targa a Mario Luzzatto Fegis

Il San Giusto d'Oro 2016, tradizionale riconoscimento che giornalisti triestini assegnano a chi ha saputo distinguersi e portare alto il nome della città, è stato assegnato alla Psichiatria triestina, nel ricordo di Franco Basaglia.

Si è tenuta ieri (25 novembre) la cerimonia della consegna del 50° San Giusto d'oro alla Psichiatria triestina. In apertura il vicepresidente del Consiglio comunale Igor Svab ha portato a tutti i presenti un messaggio di saluto. È seguito l'intervento del sindaco Roberto Dipiazza che ha evidenziato come: «l'edizione di quest’anno, organizzata dall’Assostampa e dal Gruppo Giuliano Cronisti in collaborazione con il Comune e la Fondazione CRTrieste e’ anche dedicata alla memoria di Giulio Regeni, ed aggiungerei a tutti i nostri corregionali e cittadini italiani, tra cui molti giornalisti, scomparsi e uccisi per cui si chiede ancora verità. È toccato quindi al fiduciario del Gruppo Giuliano Cronisti Furio Baldassi ricordare il ruolo determinate svolto da Mario Luzzatto Fegiz nella diffusione della musica rock dei primi anni settanta, poi sviluppata anche attraverso la sua presenza a programmi radiofonici e televisivi. Consegnandogli la targa speciale, Baldassi ha sottolineato il valore di «una carriera vissuta perennemente all'avanguardia».

 Momento centrale della cerimonia quindi la consegna del 50° San Giusto d'Oro, alla Psichiatria Triestina, nelle mani di Roberto Mezzina e Silva Bon, rispettivamente direttore del Dipartimento e presidente delle Associazioni di salute mentale. «Un premio a ricordo del veneziano Basaglia e a tutti gli uomini e le donne che hanno proseguito il suo lavoro, per restituire dignità alle persone colpite da problemi di salute mentale». Il direttore del Dipartimento di Salute Mentale Roberto Mezzina ha ripercorso brevemente i passi che hanno visto, in 7 anni, un grande manicomio di 1200 persone chiuso e trasformato in una rete di servizi, ora aperti ad ulteriori riforme. Il valore della legge 180 del 1978, il «cambiamento non solo scientifico ma culturale e giuridico», il passaggio «dalla segregazione alla convivenza e alla non esclusione» sono stati questi alcuni dei punti messi in luce da Roberto Mezzina. Siamo onorati -ha concluso- per questo premio che riconosce il lavoro fatto in quasi mezzo secolo per l'etica dell'altro. Quindi il pensiero finale di Silvia Bon, presidente delle Associazioni di salute mentale, che ha parlato di«grande onore e di grossa responsabilità di tutti gli amici e operatori, che conoscono la sofferenza mentale e che testimoniano il cammino di tante persone verso la guarigione». Prima della cerimonia in Consiglio, come da tradizione, nel corso di un breve incontro in salotto azzurro, i premiati hanno firmato il libro d'oro del Comune di Trieste.

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