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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Sanità, aumentano le ambulanze in regione: 5 in più in orario diurno, una in più la notte

Più ambulanze e più automezzi di soccorso avanzato (ALS) e soprattutto distribuiti meglio, a "maglie larghe" su tutto il territorio regionale. È una delle indicazioni del nuovo Piano dell'emergenza / urgenza, approvato oggi in via preliminare dalla Giunta regionale

Più ambulanze e più automezzi di soccorso avanzato (ALS) e soprattutto distribuiti meglio, a "maglie larghe" su tutto il territorio regionale. È una delle indicazioni del nuovo Piano dell'emergenza / urgenza, approvato oggi in via preliminare dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca.

La riorganizzazione tiene conto del fatto che i tempi standard di soccorso sono ormai fissati dalle norme nazionali (8 minuti per le aree urbane e 20 minuti per le aree extraurbane) e da indirizzi europei (18 minuti massimo). Secondo le indicazione del nuovo Piano, dunque, il numero delle ambulanze passa, nella fascia oraria dalle 8.00 alle 20.00, da 41 a 46 (nelle ore notturne il numero delle unità a disposizione passa da 31 a 32).

Nuove postazioni di ALS (mezzo di soccorso avanzato), sempre dalle 8.00 alle 20.00, sono previste a Gradisca d'Isonzo, Ampezzo, Ovaro, Paluzza, Chiusaforte, Azzano Decimo e San Pietro al Natisone. In queste due ultime località il servizio sarà a disposizione anche nelle ore notturne.

Il servizio di automedica, inoltre, assume una distribuzione più ampia, come risorsa aggiuntiva agli equipaggi ALS, facendo riferimento alle strutture di Pronto Soccorso di Trieste, Gorizia, Latisana, Udine, Tolmezzo, Pordenone. Sarà anche esteso in via sperimentale il servizio di elisoccorso fino alla mezzanotte.

Nel Piano viene posta particolare attenzione alla uniformità del servizio di emergenza / urgenza su tutto il territorio regionale. La redazione del documento segue infatti la costituzione della centrale unica regionale per l'emergenza / urgenza, al posto delle quattro centrali provinciali del 118, una decisione assunta dalla Giunta nel marzo dello scorso anno.

Con il nuovo Piano, vengono così superate le disomogeneità dei modelli di valutazione delle emergenze e le criticità operative per mezzo di una differente distribuzione strategica delle risorse, garantendo la centralizzazione dei pazienti più gravi secondo criteri uniformi.

Inoltre, il ruolo delle strutture ospedaliere è ora definito in modo puntuale, con l'obiettivo di assicurare la continuità assistenziale fra soccorso territoriale, presa in carico ospedaliera in pronto soccorso e gestione interna alle strutture ospedaliere.

Un rilievo particolare è dato alle reti per la gestione delle patologie tempo-dipendenti, in particolare la rete delle emergenze cardiologiche, la rete ictus, la rete trauma. Nel Piano sono anche precisati i rapporti con l'assistenza primaria, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, il servizio di continuità assistenziale e le guardie turistiche.

Viene nello stesso tempo organizzata l'emergenza materno-infantile attraverso la valorizzazione delle due strutture di Patologia Neonatale e Cure intensive dell'Istituto Burlo Garofolo di Trieste e dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine, anche per quanto riguarda il Servizio di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN,) compreso l'Elisoccorso neonatologico e il Servizio di Trasporto Assistito Materno (STAM).

Con il nuovo Piano, inoltre, viene definito il ruolo del sistema d'emergenza nella gestione dei trasporti connessi al programma trapianti e sono istituiti il Centro Regionale Antidoti (CRA) e il Comitato Regionale Emergenza / Urgenza (CREU).

Il Piano prevede flussi informativi, indicatori di qualità e risultati attesi affidando a valutatori terzi il monitoraggio delle attività e dei risultati.

Per quanto riguarda le risorse, i costi derivanti dall'aumento di postazioni dei mezzi di soccorso, dall'estensione del servizio di eliambulanza e dalla messa a regime del numero di operatori per mezzo ALS (mezzo di soccorso avanzato) sono ricavati dalla riduzione del numero di centrali operative e dalle varie riorganizzazioni promosse dall'Amministrazione regionale nell'ambito della Riforma del Servizio Sanitario Regionale (SSR).

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