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Cronaca

Sanità, “Carichi di lavoro e disservizi”: la risposta Assomed al Direttore Generale di ASUITS Delli Quadri

Il dibattito tra Assomed ed il Direttore Generale di ASUITS dopo la preoccupazione espressa dal Sig. Visintin per lo stato del sistema sanitario pubblico

«Per noi medici e operatori sanitari è sconcertante, se non incredibile, constatare come alcuni amministratori della sanità persistano a non informare con correttezza e completezza i cittadini che, come il Sig. Visintin su "Il Piccolo" del 28 dicembre u.s., esprimono preoccupazione per lo stato del sistema sanitario pubblico. Il dr. Delli Quadri, nella nota pubblicata da "Il Piccolo" il 30 dicembre, arriva addirittura a chiedere polemicamente "dove viva" il sig. Visintin e quali siano le sue fonti di informazione. Il dr. Delli Quadri forse esclude che chi scrive possa vivere a Trieste, e che la fonte di informazione potrebbe anche essere un'esperienza personale in Pronto Soccorso, e/o nei reparti di Medicina Interna? Quanto affermato dal Sig. Visintin rispecchia esattamente i disagi che sperimentiamo anche noi, medici della sanità pubblica, che lavoriamo in ospedale a Trieste e abbiamo quale fonte di informazione l'esperienza di ogni giorno, oltre ai dati del monitoraggio aziendale.

 Corre però l'obbligo di smentire una ad una diverse affermazioni. Sia il dr. Delli Quadri che l'Assessore Telesca continuano a ripetere che nulla si è chiuso e nulla si chiuderà: i reparti, come la Prima Chirurgica e la Divisone Ortopedica a Trieste, sarebbero vivi e vegeti e in buona salute, l'unica differenza consisterebbe nel fatto che ora vi è un solo direttore (universitario) per due Chirurgie, e lo stesso per le Ortopedie. C'è da chiedersi a questo punto dove vivano l'Assessore e il Direttore generale, dato che la Delibera della Giunta Regionale n.929 del 2015, consultabile da chiunque sul sito Internet della Regione, prevede nell'ASUITS al massimo una struttura complessa di Chirurgia generale e una di Ortopedia; se vi fosse ancora qualche dubbio, è sempre possibile consultare il sito dell'ASUITS, dove non si trova più alcuna traccia né della Prima Chirurgica né della Divisione Ortopedica. Sembrerebbe, secondo il dr. Delli Quadri, che il solo fatto che il numero di posti letto non sia variato con gli "accorpamenti" (in realtà si è persa una quindicina di posti di ortopedia) dimostri che nulla è cambiato: tutti saremmo quindi numeri, i cittadini come gli operatori sanitari, ed il concetto di équipe, caratterizzata da un patrimonio culturale ed operativo comune, e da un insieme di relazioni umane, non avrebbe quindi per i nostri Amministratori alcun valore. Il Direttore di ASUITS sembra inoltre suggerire che in conseguenza dell'accorpamento i dati di attività siano migliorati. Non sembra probabile che la creazione di reparti di 60 posti letto, troppo grandi e complessi, (tanto che le indicazioni ministeriali individuano in 17-18 posti letto le dimensioni ottimali di una struttura di degenza) possa contribuire a migliorare i risultati, ma non è pensabile che la soppressione di un primariato di per sé determini un miglioramento dell'attività, in assenza di investimenti appropriati e/o migliorie organizzative, a meno che non si voglia ritenere inadeguato, o insufficiente, il lavoro dei direttori cessati, il che costituirebbe un'offesa nei confronti di professionisti stimati, il cui lavoro è stato sempre apprezzato dall'Azienda e dai colleghi. La questione dei posti letto: le Delibere della Giunta regionale n.2673 del 2014 e n.2550 del 2016 prevedono che negli Ospedali di Cattinara e Maggiore si arrivi, complessivamente, a 608 posti letto ordinari entro la fine del 2017. Attualmente i posti letto nei reparti dei due ospedali sono 683 (dato del monitoraggio aziendale), mentre a fine 2014 erano 764 (dati forniti dalla Regione).È prevista quindi una riduzione complessiva di 156 posti, che si va ad aggiungere a quelle già operate negli anni precedenti. Eppure l'Assessore Telesca, il Presidente della Terza Commissione consiliare Rotelli e lo stesso Direttore Delli Quadri continuano a rilasciare dichiarazioni rassicuranti, che porterebbero chi legge a credere che non sia prevista alcuna riduzione, o tutt'al più solo diminuzioni irrilevanti. Questa sequenza di annunci appare ormai quasi surreale: il numero dei posti letto è un dato misurabile (basta contarli!), informazioni puntuali in merito sono contenute nelle Delibere della Giunta, quindi pubbliche e consultabili da tutti. Invece si affronta l'argomento come se un dato materiale e oggettivo fosse un'opinione politica, alla quale se ne possono contrapporre altre. Anche l'affermazione del Direttore di ASUITS che il ricorso alle case di cura private sia stato utile per decongestionare il Pronto Soccorso non sembra descrivere esattamente la realtà, dato che i pazienti inviati a queste sono ammontati a poche unità. Anche le dichiarazioni sui CAP indurrebbero a credere che, dopo l'inaugurazione, questi siano stati aperti, mentre per ora sono chiusi. La crisi del Pronto Soccorso, che ha molto occupato le cronache di questi giorni, evidenzia la crisi dell'intero sistema sanitario, del quale il Pronto Soccorso è solo lo snodo più esposto, il primo ingranaggio a subire il sovraccarico e a cedere. Se i nostri amministratori intendono portare avanti una riforma sanitaria che ancora sembrano ritenere valida, ma che a nostro avviso, invece, è fatta di tagli certi e precisi, in parte già attuati, e di potenziamenti tutti ancora da inventare e sperimentare, sarebbe auspicabile che chiarissero pubblicamente i loro progetti e aspettative, e si confrontassero apertamente con professionisti e cittadini, evitando sia i tentativi di far passare inosservati i tagli, sia gli annunci ripetuti di potenziamenti ancora inesistenti.»

Qui sotto la risposta del direttore generale Nicola Delli Quadri al sig. Visintin oggetto del comunicato .

«Con riferimento alla segnalazione pubblicata il giorno 28/12 e intitolata “Carichi di lavoro e disservizi”, sorge spontaneo chiedere al sig. Visintin dove viva e quali siano le sue fonti di informazione, oltre che di ispirazione. In particolare, le strutture ospedaliere citate (Prima Chirurgica e Divisione Ortopedica) sono state accorpate rispettivamente con la Chirurgia Generale e con la Clinica Ortopedica, senza che i posti letto siano diminuiti. Gli unici posti che sono stati ridotti sono quelli dei due Direttori di Struttura, che una volta andati in pensione non sono stati rimpiazzati. Le attività dei reparti dopo l’accorpamento hanno visto un incremento tanto numerico che qualitativo, come è stato recentemente dimostrato durante le conferenze stampa del 22/9 e del 14/11. Lo stesso avverrà con i reparti di Medicina e di Medicina d’Urgenza, per i quali, a fronte di un numero di posti letto invariato, è prevista una riorganizzazione delle direzioni delle strutture. Il ricorso ai ricoveri presso le case di cura convenzionate è stato determinato da un picco di accessi al Pronto Soccorso, e si è rivelato utile a diminuire la pressione sui reparti di medicina. Probabilmente il sig. Visintin non era presente all’inagurazione dei CAP, né ha seguito l’iter che ha portato alla loro apertura, per cui vale la pena fare chiarezza. L’intento di avvio dei CAP non è legato principalmente alla diminuzione degli accessi al Pronto Soccorso, infatti ricordo a utilità del sig. Visintin, che i CAP sono prevalentemente dedicati all’assistenza programmata di anziani con malattie croniche, e che l’impatto dell’attività dei CAP sull’affluenza al Pronto Soccorso si avrà sul medio-lungo periodo.»

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