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Cronaca

Sanità regionale, Telesca: «Riforma non prevede tagli, ma miglioramento servizi»

Lo afferma in una lettera-appello l'assessore regionale alla sanità Sandra Telesca: «Ospedale struttura di grande complessità, con molteplicità di servizi e figure che devono essere perfettamente integrati tra loro»

«Da assessore cui è attribuita la grande responsabilità della Salute in regione, voglio rassicurare i cittadini: nessuno ha motivo di preoccuparsi per le conseguenze della Riforma della Sanità. E non hanno ragione di preoccuparsi nemmeno i primari ospedalieri. Confesso infatti che mi ha stupito la durezza dei toni nelle accuse che l'ANPO, il sindacato dei primari, ha indirizzato a me, anche attraverso i media. Sono polemiche e strumentalizzazioni ingiustificate. Dichiaro subito di essere pronta a dimostrare, discutendone nelle sedi preposte, che le accuse di discriminazione della componente ospedaliera rispetto a quella universitaria sono del tutto immotivate». Lo afferma in una lettera-appello l'assessore regionale alla sanità Sandra Telesca.

«Su questo auspico anch'io un confronto in cui spiegare le scelte fatte e dimostrarne l'opportunità. Le recenti polemiche mi hanno allertata sul rischio che un'imprecisa conoscenza della Riforma dell'organizzazione della Sanità regionale possa generare incertezza nei professionisti della salute, ma soprattutto nei cittadini. È necessario allora ribadire ancora una volta che l'attuazione della Riforma non prevede tagli a reparti e servizi, ma il loro miglior funzionamento. Vogliamo garantire risposte concrete ed efficaci ai bisogni di salute dei cittadini, in ogni fascia d'età, creando le migliori condizioni di lavoro per medici e infermieri. Questo significherà inevitabilmente andare a toccare qualche poltrona, ma solo lì dove essa è manifestamente inutile. Per chiarire ancora la posizione della Regione e superare le polemiche, vorrei fornire alcuni dettagli su questo processo di Riforma, relativamente al caso primari».

«Un ospedale è una struttura di grande complessità, che comprende una molteplicità di servizi e di figure professionali che devono essere perfettamente integrati tra loro, attraverso una precisa e funzionale organizzazione. All'interno di questa organizzazione i direttori delle strutture operative complesse (i primari di una volta) svolgono un importante ruolo di direzione e anche di gestione delle risorse a loro assegnate. Il direttore di struttura è tale proprio perché oltre a svolgere un ruolo clinico ha anche questa ulteriore funzione organizzativa, nelle logiche del sistema di programmazione regionale e aziendale. Non a caso la legge di Riforma della Sanità regionale prevede anche una riorganizzazione di queste strutture operative complesse, per permettere di garantire a tutti i cittadini cure di qualità e tempestive, anche attraverso un attento utilizzo delle risorse. Risorse che, è bene non dimenticarlo, vengono dalle tasse dei cittadini».Telesca Maria Laura

«Come sempre dichiarato nella fase di elaborazione della Riforma e come peraltro previsto nella stessa legge, la Regione si è impegnata anche a uniformarsi agli standard oggi concordemente ritenuti ottimali per organizzare l'erogazione dei servizi. In questo contesto è prevista anche la riduzione del numero delle strutture operative complesse per una logica e indispensabile ottimizzazione di un sistema che negli anni talvolta ha visto un'eccessiva ridondanza, spesso non dovuta a effettive necessità organizzative. La delibera che la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha adottato sui cosiddetti "primariati" prevede un ridimensionamento del numero di queste strutture, ma solo per eliminare i cosiddetti doppioni. Intendiamo infatti accorpare esclusivamente quei reparti che, in uno stesso ospedale, si ritrovano a erogare le stesse prestazioni. Reparti che spesso si trovano, per le ridotte dimensioni, a non avere quella casistica sufficiente a garantire livelli adeguati di qualità e sicurezza delle prestazioni».

«Questa delibera riguarda tutte le strutture ospedaliere del Friuli Venezia Giulia, ma ha suscitato grande preoccupazione laddove operano fianco a fianco reparti ospedalieri e universitari, nel timore che il ridimensionamento favorisca gli universitari. Su questo punto ritengo importante ricordare che le regole che disciplineranno i rapporti tra ospedalieri e universitari nelle singole aziende devono ancora essere scritte. E, come ho sempre dichiarato, nella definizione di tali regole il confronto coinvolgerà tutti i soggetti interessati. Di sicuro sarà garantita pari dignità a tutte le componenti. Parallelamente sottolineo che nessuno sarà mandato via e che per la completa applicazione prevediamo tre anni di tempo. Ecco perché ritengo non fondate le preoccupazioni che si stanno manifestando, e questo il motivo per cui sono ingiuste le accuse di azioni discriminatorie nei confronti di una categoria».

«Ma soprattutto mi preme ripetere che l'unico vero interesse a dover sempre prevalere è quello dei cittadini. A loro dobbiamo assicurare un buon uso delle risorse perché solo usando bene le risorse saremo in grado di garantire l'erogazione delle migliori cure. E io confido che lo faremo con l'aiuto di tutti i professionisti impegnati nella nostra sanità».

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