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Caso Barbana: il racconto dalle barche

Alcune testimonianze dopo il sequestro a Grado dei macchinari per il dragaggio lagunare di Barbana e dei fanghi

Macchinari per il dragaggio lagunare di Barbana e fanghi sequestrati a Grado lunedì 2 luglio, dopo solo qualche giorno dall'inizio dei lavori. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Noe e la Capitaneria di porto di Grado accompagnati sui mezzi della Protezione civile.
Sequestro penale quindi su segnalazione della Procura di Gorizia. A finire sotto inchiesta la ditta Zeta di Venezia che aveva preso l'incarico dalla Regione per il dragaggio dell'area.
I fanghi asportati di categoria A sarebbero stati poi posizionati in un'area sbagliata di tipo B.  Nel punto interessato i fondali sono alti circa di 70 cm e dovrebbero essere resi di due metri e mezzo.

Gli armatori Simone Troian del MP Perla Nera (10 metri di lunghezza) e Davide Tessarin del MP Eros 14 metri) , entrambi presenti con le loro imbarcazioni durante la processione in occasione del Perdòn de Barbana domenica 1 luglio, commentano così la situazione del canale: «Rispetto agli anni scorsi durante il Perdòn questa volta il canale era scavato molto meglio, non abbiamo avuto grossi problemi come in passato. Nonostante la bassa marea siamo passati tranquillamente, i dragaggi sono stati fatti bene».

Simone spiega: «Durante l'anno con le nostre barche non passiamo mai per quel canale perchè dovremmo farci aprire il ponte, quindi usciamo direttamente in mare aperto senza passare per la laguna. Anche per questo motivo durante l'anno sul canale si deposita il fango, non essendoci grosse imbarcazioni che passano e smuovono il fango. Come ogni anno quando arriva il Perdòn bisogna farlo quindi dragare».

A spiegare ancora meglio la situazione del canale Fabio Corbatto dei Motoscafisti gradesi, la ditta privata che si occupa di trasportare i turisti sull'isola di Barbana, il quale in precedenza ha lavorato per 25 anni proprio sulle draghe.
«Per le nostre imbarcazioni -afferma- il problema di rimanere bloccati nel fango non si pone più di tanto. Anzi noi stessi con le eliche in qualche modo draghiamo il fondale smuovendolo».
Alla domanda se avesse intuito qualcosa di anomalo nelle operazioni di dragaggio effettuate dalla ditta veneta Fabio commenta: «Non ho notato nulla di insolito, non conosco così a fondo la vicenda ma sono fiducioso che la ditta abbia spostato erronaemente i fanghi in un'altra area in buona fede».

«Per quanto riguarda la navigazione - continua - non abbiamo avuto nessun problema, le corse per Barbana procedono regolarmente. Se devo dire la verità l'unico disagio che abbiamo riscontrato sono proprio i lavori di dragaggio durante questo periodo dell'anno, in piena stagione turistica, con il numero di corse per Barbana superiore quando si potrebbero fare benissimo a gennaio-febbraio. D'inverno infatti c'è la Bora, il clima è più asciutto e l'acqua bassa, ideale per i dragaggi. Mentre lavoravano abbiamo mantenuto una buona collaborazione con gli operai della ditta: quando si posizionavano in mezzo al canale noi ci fermavamo un attimo dutante la corsa e loro gentilmente si spostavano per farci procedere».

«Sulla navigabilità in quel punto si sta forse facendo un pò troppo allarmismo, noi passiamo regolarmente con le nostre imbracazioni per il trasporto passeggeri di cui le più grandi hanno una ventina di metri. Anche durante la processione per il Perdòn, dove c'erano diverse decine di barche, non mi risulta che nessuno si sia lamentato. Ci sarebbero altri punti lungo la litoranea veneta, nell'altra direzione, dove i fondali sono ancora più bassi e le imbarcazioni sono costrette a uscire e rientrare solo con l'acqua alta».
«Dragaggi in inverno quindi, - consiglia Fabio - con meno traffico lungo il canale, di almeno tre-quattro mesi. Una manutenzione costante come si fa per le strade».

Il Sindaco di Grado Dario Raugna sulla questione dichiara: «I lavori di escavazione lungo la litoranea veneta sono fondamentali per garantire l'accessibilità nella laguna di Grado e a Barbana, che è una meta di pellegrinaggio molto nota e frequentata. Il turismo religioso infatti é un asset molto importante per il nostro territorio, e se la navigabilità in quel tratto venisse compromessa, l'offerta turistica tutta ne verrebbe danneggiata».

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