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Rotta balcanica, Sap: "Da gennaio 1900 rintracci, servono rinforzi"

Il sindacato: "Trieste è la porta dell’est, un vero e proprio “porto terrestre” di passaggio, il più grande d’Italia per l’immigrazione clandestina, ma a tutt’oggi non ha gli strumenti adeguati per poterlo gestire"

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Mentre l’attenzione dei media nazionali è tutta concentrata sugli sbarchi, continua silenzioso l’arrivo della “marea umana” proveniente via terra dalla “Rotta balcanica” facendo poi clandestinamente ingresso in Italia. Numeri apparentemente appena inferiori rispetto all’anno precedente, ma comunque importanti per un territorio come il nostro che ancora oggi non ha il personale necessario per poter arginare a dovere un fenomeno come questo. Una flessione che non deve trarre in inganno, infatti sono riferiti agli effettivi rintracci di migranti, ma non agli ingressi reali. Da gennaio a luglio sono state rintracciate solo dalla Polizia di Frontiera più di 1900 persone, perlopiù provenienti sempre dagli stessi Paesi.

Le pattuglie messe in campo dalla locale Polizia di Frontiera sono nelle migliori delle ipotesi due o tre in un territorio molto vasto e facilmente attraversabile. Il personale è lo stesso, quello impiegato anche per la “crisi Ucraina” che ha visto dall’inizio del conflitto ad oggi quasi 30 mila identificati, il che significa che gli arrivi sono molti di più. Quelle due o tre pattuglie della Polizia di Frontiera sono le stesse che devono arginare “Rotta balcanica” e “crisi Ucraina”, senza tralasciare tutte le altre funzioni del controllo di retrovalico della Polizia di Frontiera. Gli organici sono sempre gli stessi, scarsi e inadeguati.

Di personale aggregato da altre città per sopperire a tali carenze, nemmeno l’ombra. I riflettori sugli “scandalosi” hotspot di Lampedusa e Taranto silenziano le difficoltà che si registrano sul fronte terra del nordest Italia, ma il problema qui c’è! E’ un problema denunciato da anni dal SAP, che trova una situazione logistica pari a quella organica: del tutto inadeguata.

Una questione mai risolta e forse mai valutata nelle sue reali proporzioni a livello centrale. Il SAP, sia pubblicamente che nelle sedi istituzionali, ha più volte suggerito l’idea di utilizzare l’ex caserma della Guardia di Finanza, “casa Malala” oggi destinata all’accoglienza, come sede della Sottosezione della Polizia di Frontiera di Fernetti, che attualmente opera in una struttura concepita per situazioni completamente diverse e con proporzioni assai ridotte rispetto a quelle attuali. Nulla! Si continua ad operare sulla “Rotta balcanica” in maniera emergenziale senza una vera progettazione strutturale e strutturata.

Trieste è la porta dell’est, un vero e proprio “porto terrestre” di passaggio, il più grande d’Italia per l’immigrazione clandestina, ma a tutt’oggi non ha gli strumenti adeguati per poterlo gestire.

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