rotate-mobile
Il presidio

Sciopero generale, USB annuncia il presidio in piazza della Borsa

Al centro della protesta di venerdì 26 maggio il peggioramento delle condizioni lavorative e il problema dei salari

TRIESTE - USB organizza un nuovo sit-in di protesta in piazza della Borsa, venerdì 26 gennaio, in occasione dello sciopero generale. La manifestazione è stata presentata nel corso di una conferenza stampa. Al centro delle proteste sindacali vi è il problema cruciale dei salari, a cui si somma il peggioramento costante delle condizioni di lavoro. "Negli ultimi trent'anni anni, i lavoratori hanno assistito alla riduzione del proprio potere d'acquisto di circa il 12 per cento - ha spiegato il segretario provinciale Sasha Colautti -. A ciò si aggiunge il fenomeno dell'inflazione. Secondo le stime, una famiglia composta da quattro persone ha perso circa 2500 euro di potere d'acquisto reale solo nell'anno corrente". USB ha puntato il dito anche contro il taglio del cuneo fiscale. Secondo il sindacato, si tratta di uno strumento con il quale "si sottrae una somma che è già dei contribuenti risultando di fatto solo una partita di giro fatta con i nostri soldi". 

Tra i temi che verranno portati in piazza venerdì, anche il reddito di cittadinanza che "oltre a portare alla luce la problematica del minimo salariale, si è rivelato anche l'unico strumento in grado di tutelare coloro che hanno un posto di lavoro, in quanto impediva il formarsi un esercito produttivo di riserva disposto ad accettare qualsiasi condizione lavorativa". Durante l'evento sarà presente anche Francesca Martinelli della Federazione del sociale dell'Unione Sindacale di Base che porrà l'attenzione sul degrado delle condizioni abitative dell'Ater. "Parleremo di temi diversi tra loro, che però si legano indissolubilmente alla questione del salario e del lavoro". Il presidio segna l'inizio di una lunga campagna a livello nazionale. Tra le iniziative, anche una manifestazione a Roma in programma a giugno. 

Nel corso della conferenza stampa è stato anche trattato il tema Wartsila. Criticità sono state sollevate sulla “gestione operata da chi ha sottoscritto l'accordo di fine novembre 2022”. "Con l'accordo è stato delegato solamente l'impegno a cercare un potenziale sostituto - ha ricordato Colautti -, ma come può occuparsene un'azienda intenzionata a lasciare il territorio? Su 25 aziende, ne è rimasta solamente una: una start-up con 30 dipendenti che prevede di investire 11 milioni di euro a fronte dei 25 milioni che Wartsila spendeva mensilmente. In questo contesto sorgono legittime domande riguardo alla mancanza di momenti di verifica da parte del Governo e della Regione". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sciopero generale, USB annuncia il presidio in piazza della Borsa

TriestePrima è in caricamento