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Cronaca

Scuola di Polizia, Ugl: «Continua l'inerzia… e lo Stato paga costi esorbitanti»

16.38 - Un indotto economico importante che coinvolge oltre 600 persone (tra allievi e lavoratori), per non parlare della storia del complesso immobiliare della Caserma Emanuele Filiberto Duca d’Aosta

«L'Ugl Polizia di Stato segue da sempre con grande attenzione qualsiasi tipo di attività riferita alla Scuola di Polizia di Trieste avendo a cuore il destino lavorativo dei tanti colleghi sia appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato che dell'Amministrazione Civile dell'Interno ma anche riconoscendo l'elevato valore economico dell'indotto che il presidio triestino assicura attraverso l'attività formativa che porta a Trieste moltissimi allievi frequentatori. Nel mese di ottobre e subito dopo la conclusione del 189° corso allievi agenti infatti hanno raggiunto l'Istituto oltre 300 allievi agenti che qui resteranno, per l'attività formativa, fino a luglio del prossimo anno», spiega in un comunicato stampa l'Ugl Polizia di Stato in merito alla deriva giudiziaria in cui ancora naviga la Scuola di Polizia di Trieste. 

«Tanto per ricordare i trascorsi - e sordisce il segretario Generale Provinciale Edoardo Alessio - il complesso immobiliare della Caserma Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, sede della Scuola di Polizia di Trieste, è stato cartolarizzato con il decreto legge 351/2001 convertito nella legge 410/2001 e nel corso del 2012, a seguito delle approfondite ricerche storiche effettuate dalla signora Federica Verin, dipendente del Ministero dell'Interno, ed in conseguenza pure dello studio giuridico-amministrativo effettuato dalla medesima collega, l’intera area è stata sottoposta a vincolo quale bene culturale particolarmente importante. La Scuola occupa un sito attraversato profondamente dalla piaghe della storia in particolar modo si ricorda il periodo di occupazione tedesca e i tristemente noti quaranta giorni di occupazione delle truppe jugoslave della città di Trieste con le relative attività di detenzione forzata e infoibamento dei tanti civili e militari che in questa struttura sono transitati o vi hanno perso la vita in modo atroce».

«Per le ragioni evidenziate - aggiunge Edoardo Alessio - il vincolo è stato immediatamente oggetto di ricorso da parte della (presunta) proprietà che però si è vista respingere il ricorso al Tar ad agosto del 2013 in quanto giudicato infondato. Già a dicembre, dello scorso anno, è stato presentato ricorso in appello, esclusivamente per motivi di merito, al Consiglio di Stato».

«Il vincolo già all'epoca, è stato regolarmente annotato all'Ufficio Tavolare di Trieste - aggiunge Alessio -, dove le particelle riferite all'intera area sono iscritte dal 1928 in ragione del Demanio dello Stato prevedendo, in conseguenza del vincolo stesso, l'inalienabilità del bene che come tale deve rimanere demaniale».

«La valenza delle risultanze tavolari fanno riferimento al sistema tavolare, di derivazione Austro-Ungarica - spiega il Comunicato Ugl -. Tale sistema è mantenuto nella legislazione italiana con Regio Decreto n. 499 del 28/03/1929. Il Regio Decreto riporta testualmente “a modificazione di quanto è disposto dal Codice Civile Italiano, il diritto di proprietà e gli altri diritti reali sui beni immobili non si acquistano per atto tra vivi se non con la iscrizione del diritto nel libro fondiario” con la conseguenza che a differenza del normale Catasto Urbano, presente in tutta Italia, nel diritto italiano vigente, il Catasto Tavolare ha carattere probatorio e le risultanze tavolari hanno valore costitutivo di diritti».

«Contrariamente a quanto riportato dalle Autorità competenti - continua Alessio - la totalità della Caserma Duca d’Aosta, sede della Scuola di Polizia, è di proprietà del Demanio dello Stato e non venduta a terzi. In ragione delle risultanze emerse ed a seguito dell'importantissimo vincolo che rappresenta in maniera inequivocabile ed incontrovertibile l'eccezionale valore storico-identitario dell'intera area sede della Scuola di Polizia, l'UGL Polizia di Stato ha stimolato e mantenuto costanti contatti con le Amministrazione dello Stato coinvolte in questi anni a vario titolo nell’attività di vincolo e/o di cartolarizzazione cui l’immobile è stato sottoposto dal 2005. Questa Organizzazione Sindacale si chiede come all’oggi, seppur in presenza di un vincolo e di una sentenza esecutivi, nessuna di queste Amministrazioni abbia provveduto ad effettuare i necessari passi propedeutici alla decartolarizzazione del bene così come, tra l'altro, richiesto formalmente dalla stessa Direzione Regionale per i Beni e le Attività Culturali del Friuli Venezia Giulia già nel 2013».

«Anzi, al contrario - precisa Alessio -, i presupposti che hanno ispirato l’attività di cartolarizzazione che dovrebbero essere quelli di valorizzare i beni cartolarizzati sono venuti concretamente meno per la Duca d'Aosta. Basti vedere il precario stato di conservazione degli immobili inseriti nel comprensorio per i quali da diversi anni è pressocchè assente qualsiasi tipo di attività manutentiva compresi, per le palazzine storiche, i necessari interventi conservativi. Recentemente poi - tuona Alessio - è stata pure formalizzata la sospensione di qualsiasi attività manutentiva, ad esclusione delle attività di messa in sicurezza, da parte della (presunta) proprietà in attesa degli esiti del ricorso al Consiglio di Stato, per il quale la ricorrente, volontariamente, non ha chiesto la sospensiva del vincolo favorendo fortemente il ritardo alla trattazione del ricorso e allungando di molto i tempi del conseguente giudizio».

«Nessuna delle Amministrazioni coinvolte all’oggi ha chiesto di anticiparne la discussione con un'istanza di prelievo che, vista l’importanza storico-identitaria dell'intera area, sarebbe stata auspicabile soprattutto in ragione della salvaguardia e della tutela anche architettonica degli immobili», attacca l'Ugl. «Nel mentre - conclude il segretario Generale Provinciale - l’inerzia regna sovrana e la (presunta) proprietà sembra continuare ad incassare le annualità di affitto con costi esorbitanti a carico del bilancio dello Stato. L'UGL Polizia di Stato si pone degli interrogativi circa l'erogazione per 18 anni di queste ingenti somme per fitti passivi sulla Caserma Duca d'Aosta considerando non solo le risultanze tavolari ma valutando pure la più generale precaria situazione economica in cui versa il Comparto Sicurezza».

«Impegno dell'UGL Polizia di Stato - conclude il comunicato - è garantire alle forze dell'ordine presenti e future e alla cittadinanza tutta che questa struttura, nella sua totalità, di altissima valenza storica e pubblica rimanga aperta, attiva ma soprattutto venga riportata al lustro di un tempo».

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