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Cronaca

Le scuole di Trieste lanciano l'appello e scrivono alle autorità: "Si rientri in sicurezza"

I rappresentanti degli studenti del Da Vinci-Carli-Sandrinelli, Carducci-Dante, Petrarca e Galilei, Deledda-Fabiani, Oberdan e Nautico-Galvani alzano la voce sul rientro a scuola

I rappresentanti degli studenti del Da Vinci-Carli-Sandrinelli, Carducci-Dante, Petrarca e Galilei, Deledda-Fabiani, Oberdan e Nautico-Galvani alzano la voce sul rientro a scuola e scrivono una lunga lettera ai rappresentanti delle istituzioni chiedendo il ritorno sui banchi in sicurezza. "A marzo 2021 sarà un anno che gli studenti delle scuole superiori di Trieste, fatta esclusione per un brevissimo periodo in presenza, si trovano in didattica a distanza" così l'inizio della lunga missiva. "Noi siamo consapevoli che il ritorno a scuola in questo momento sia rischioso, a causa dei dati della curva epidemiologica che solo da pochi giorni a questa parte si stanno dimostrando rassicuranti. Oggi si manifesta non per tornare a scuola il prima possibile e senza garanzie, oggi si manifesta affinché l'istruzione torni ad essere una priorità" continuano i rappresentanti degli studenti. 

"Messi in secondo piano"

"In questi mesi ci siamo sentiti esclusi dalle autorità e messi in secondo piano: ci hanno detto che saremmo tornati per settimane per poi sentirci dire due giorni prima del rientro che invece non lo avremmo fatto, ogni settimana ci sono nuovi ricorsi al TAR, nuove disposizioni che poi vengono cancellate nei giorni seguenti e nel frattempo noi studenti non veniamo ascoltati. C'è bisogno che ci venga garantita la sicurezza, sia per la nostra salute sia perché questa situazione in futuro non si verifichi più".

Le richieste: trasporto pubblico, scaglionamenti e coinvolgimento

Per questi motivi, gli studenti hanno chiesto al governatore Fedriga, al prefetto Valenti e a tutte le autorità che venga predisposto quanto prima "un piano di trasporto pubblico che permetta agli studenti di raggiungere l'edificio scolastico senza correre il rischio di contagiarsi perché non può essere rispettato il distanziamento sociale. Questo piano deve essere disposto in base al numero di studenti per scuola e non deve verificarsi che la mattina si superi la capienza massima del mezzo, come accaduto in settembre. Inoltre si prega che ogni scuola riceva la disposizione sui mezzi di trasporto in cui vengano segnalate chiaramente: le linee, il numero di percorsi utili agli studenti per arrivare a scuola in orario e il numero massimo di persone che possono usufruire del mezzo.

E' necessario che si tenga in considerazione che del trasporto pubblico non usufruiscono solo gli studenti, ma anche lavoratori e anziani. Assieme all'incremento del trasporto pubblico chiediamo che le autorità preposte pongano attenzione anche alla mobilità alternativa, come parcheggi sicuri per biciclette all'esterno degli istituti e possibilità di circolare in sicurezza sulla carreggiata pubblica".

"Coinvolgete gli studenti"

Gli studenti ritengono "utili" ma non sufficienti gli scaglionamenti. "C'è bisogno del disimpegno, ove necessario e possibile, di aree pubbliche limitrofe alla scuola, come parcheggi pubblici, all'orario d'entrata degli studenti a scuola affinché non si verifichino assembramenti sui marciapiedi, ma ci sia lo spazio per garantire il distanziamento sociale". Infine, dalle scuole viene avanzata la richiesta che trasformi gli studenti negli interlocutori abituali delle istituzioni "nel momento in cui esse decidono di scuola. Il presidente della Consulta, o chi ne fa le veci secondo il regolamento dell'organo studentesco, dovrebbe sedere al tavolo del Prefetto quando si parla di interventi che riguardano la scuola, portando avanti le istanze degli studenti del territorio, che avrà prima raccolto tramite sondaggi. In conclusione, confidiamo in un rientro in presenza in sicurezza, gestito con cognizione di causa e definitivo". 

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