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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Storie di morosità incolpevole / Monrupino

Sfrattato insieme alla figlia di 11 anni: il grido d'aiuto di Stefano

Una storia di morosità incolpevole, l'uomo non era riuscito a saldare l'affitto a causa della pandemia e della perdita del lavoro. Avrebbe avuto diritto alla morosità incolpevole ma gli affittuari hanno deciso di non rinnovare il contratto. Nessuna soluzione a breve nelle case popolari

Sfrattato da casa insieme alla figlia di 11 anni: è successo oggi, martedì 5 luglio, a Stefano Possamai, padre lavoratore ormai ex residente a Monrupino che, a causa della pandemia, aveva temporaneamente perso il suo impiego e non era stato in grado di pagare l’affitto. Uno dei tanti casi di morosità incolpevole che il Covid ha moltiplicato e che non sempre riescono a trovare una soluzione. 

“Oggi mi trovo sfrattato – spiega Stefano -, io e mia figlia abbiamo bisogno di un aiuto. Pagavo 500 euro di affitto a dei privati e con l’arrivo della pandemia non riuscivo più a sostenere le spese. Con l’aiuto dei servizi sociali ho prodotto tutti i documenti necessari per avere diritto alla morosità incolpevole, avrei avuto la possibilità di avere un contributo per l’affitto per due anni e gli affittuari avrebbero potuto riavere il 70 per cento di quello che io non avevo pagato. Hanno deciso invece di non rinnovare il contratto e questa mattina ho dovuto svuotare la casa”.

Ora la famiglia è in un limbo, con una sistemazione provvisoria, una lunga lista d’attesa per i posti Ater e un mercato privato inaccessibile: “Non trovo niente per meno di 500 euro al mese – spiega Possamai – ho interpellato la fondazione Cacciaburlo e mi hanno detto che ci sono 4500 persone nelle mie stesse condizioni e loro sono una realtà piccola. Ho la fortuna di avere mia mamma che abita a Gradisca d’Isonzo e per il momento andremo a stare da lei, ma la mia bambina andrà in prima media a Banne quindi non sarà facile”. Stefano spera ora in una soluzione, magari un privato che decida di fissare un affitto più competitivo.

Sono intervenuti in suo aiuto il sindacato Usb, Adesso Trieste, Germinal e Assemplea per la Casa. Il coordinatore Usb per la federazione del Sociale Giorgio Vesnaver segnala “l’inadeguatezza dei servizi sociali. C’è la pandemia da due anni, la gente ha perso il lavoro, gli appartamenti sono sempre quelli  e non ce ne sono di nuovi, ci sono mille case Ater sfitte e 6mila nel privato. Abbiamo anche interpellato l’assessore Grilli, che non ci ha ancora fornito una soluzione al problema”.  Vesnaver parla anche di “circa 500 sfratti entro l’anno. L’altro giorno una signora di 70 anni mi ha chiesto come si fa per occupare una casa. C’è un disagio che rischia di sfociare in conflitti sociali”.

Riccardo Laterza di Adesso Trieste ha invece dichiarato che “ci sono centinaia di persone in questa città che, pur lavorando, non si possono permettere di stare sul mercato degli affitti, il Comune deve prenderne atto e deve trovare delle soluzioni urgenti perché la situazione è emergenziale”.

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