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L'aggressione / S. Vito - S. Andrea / Via D. Economo G. E, 12

Quaranta punti sul volto dopo l'agguato, il racconto di Massimo: "In vita mia non mi è mai successo"

E' Massimo Dagostini la vittima dell'aggressione verificatasi nel locale di via Economo nella notte di venerdì 16. La sua storia fa venire i brividi e racconta l'altra faccia dei locali, quella che emerge quando le luci si spengono

“In oltre 25 anni di carriera non mi è mai successa una cosa del genere. Ora sto meglio: dormo, mangio e prendo antidolorifici. Il problema sono gli incubi”. E' ancora scosso Massimo Dagostini. Il 48enne direttore del Loft di via Economo è stato sfregiato al volto da un uomo nella notte di venerdì 16 dicembre, mentre stava chiudendo il locale. Sulla ferita, che parte dal naso, arriva al mento e finisce fin quasi all'orecchio, sono stati applicati una quarantina di punti di sutura.

La vicenda

L'aggressione si è verificata intorno alle due, quando il locale era ormai chiuso da un po’. “Se ne erano andati via tutti, anche gli altri colleghi – racconta Dagostini -. Siamo rimasti solo in due per sistemare le ultime cose. Chiuse le luci, ci siamo diretti alla porta, quando quell'uomo è entrato”. “Lo abbiamo invitato ad uscire, ma non ha voluto ascoltarci - continua -. Non ha detto nulla, è andato dietro il bancone, ha preso una bottiglia e, senza neanche pensarci, me l'ha lanciata. Mi ha preso la faccia tra lo zigomo e la tempia, poi è caduta a terra e si è rotta. Subito dopo ne ha presa un'altra, l'ha spaccata sul bordo del bancone e si è avvicinato per ferirmi. E' in quel momento che mi ha tagliato. In seguito, con l'aiuto del mio collega sono riuscito a prendergli le mani e a portarlo fuori dal locale. Solo a quel punto mi sono reso conto che stavo perdendo molto sangue”. I due hanno quindi allertato la Polizia che, giunta sul posto, ha arrestato l'uomo nelle vicinanze. “Ha tentato di entrare nuovamente nel locale, ma poi si è allontanato ed è entrato nel portone di una casa. E' salito sul pianerottolo e ha iniziato a battere su tutte le porte. Poteva ferire qualcun altro”.

Il silenzio e lo sguardo cattivo

Poco dopo è arrivata anche l’ambulanza che ha portato il direttore del Loft all’ospedale. Nonostante i due interventi a cui si è sottoposto, il ricordo più vivido è legato a quell’uomo: “Raccontano che era ubriaco ma io di ubriachi ne ho visti nella mia carriera e solitamente barcollano o urlano. Mi hanno colpito molto il silenzio e il suo sguardo cattivo. E' entrato in un locale con le luci spente e senza dire una parola mi ha ferito".

Massimo Dagostini ora è a casa e cerca di riprendersi, anche se il suo pensiero va ai colleghi: ”Vorrei che questa situazione, per quanto tragica, possa mettere in luce i pericoli che ci possono essere la sera nei locali. Quando si finisce di lavorare, generalmente si pensa di pulire e andarsene a casa. Ma è proprio in quel momento, quando anche gli ultimi clienti se ne sono andati, che bisognerebbe prestare più attenzione. Questa persona avrebbe potuto aggredire chiunque e ovunque. Spero che questo terribile avvenimento, che mi porterò dietro per tutta la vita, possa aiutare in qualche modo i miei colleghi, affinché non capiti a nessun altro”.

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