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Cronaca

Siti Unesco Fvg, Serracchiani: «Non basta avere dei bei luoghi, bisogna saperli sfruttare»

Serracchiani ha sottolineato come uno degli aspetti chiave nella valorizzazione dei siti di interesse turistico sia il paesaggio, con la Regione impegnata, anche attraverso l'adozione dell'apposito Piano, a evitare un ulteriore consumazione del suolo «sfruttando ciò che già c'è, come ad esempio le caserme dismesse»

Non basta avere dei bei luoghi, bisogna saperli sfruttare. Il monito della presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, è stato rivolto oggi a Cividale del Friuli (Udine), in occasione del convegno dal titolo "Unesco: buone prassi per lo sviluppo dei territori" promosso dall'associazione Parco del Natisone e moderato da Chiara Chiabai. «Siamo una regione fortunata - ha detto Serracchiani - visto che attualmente possiamo contare su cinque siti riconosciuti dall'Unesco: Cividale, Dolomiti, Aquileia, Palmanova e Palù. Puntiamo, con il territorio transfrontaliero del Collio/Brda di arrivare a 6. Ma ciò che serve di più è il salto di qualità, ovvero la valorizzazione di questa ricchezza». Una necessità, che la presidente della Regione ha definito come "missione collettiva", facendo appello a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia. «Dobbiamo migliorare i servizi, dobbiamo espandere la rete di accoglienza, dobbiamo alzare il livello di formazione degli operatori turistici e dobbiamo migliorare le infrastrutture» è l'elenco fatto da Serracchiani che auspica un lavoro di squadra basato su esempi virtuosi come nel caso della candidatura di Palmanova a sito riconosciuto patrimonio dell'umanità.

«È stata un'esperienza difficile, ma ricca e interessante - ha ricordato la presidente - poiché si è trattato, come ha riconosciuto anche il ministro Franceschini, di una delle candidature più complicate. Non è stato facile mettere assieme un filo che parte da Bergamo e arriva a Cattaro, ma ce l'abbiamo fatta. Ora speriamo di poter fare lo stesso con il Collio, dove il lavoro va fatto assieme alla Slovenia. A livello locale la sfida è già stata intrapresa dai sindaci, ora è tempo di fare dei passi ulteriori e di alzare il grado di responsabilità».

Serracchiani ha quindi sottolineato come uno degli aspetti chiave nella valorizzazione dei siti di interesse turistico sia il paesaggio, con la Regione impegnata, anche attraverso l'adozione dell'apposito Piano, a evitare un ulteriore consumazione del suolo «sfruttando ciò che già c'è, come ad esempio le caserme dismesse».

Sul tema è intervenuta anche l'assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Mariagrazia Santoro, presidente di turno della Fondazione Dolomiti Unesco.

«Nel riconoscimento delle Dolomiti a patrimonio dell'umanità - ha detto Santoro - è stato fondamentale l'apporto del Friuli Venezia Giulia. Siamo una regione che punta molto sulla qualità del paesaggio e non è un caso che su 51 siti Unesco in Italia, 5 siano in Friuli Venezia Giulia».

Santoro ha quindi annunciato che il 29 settembre a Udine si terrà un'iniziativa per "mostrate a chi vive in città la bellezza e l'importanza delle Dolomiti". Ma la Regione è anche impegnata in un progetto per la promozione dei 66 rifugi dolomitici.

Erano presenti oggi a Cividale, in rappresentanza dei luoghi che si fregiano del riconoscimento Unesco, anche il sindaco locale, Stefano Balloch, nonché i primi cittadini di Palmanova, Francesco Martines, di Aquileia, Gabriele Spanghero, e di Polcenigo, Mario Della Toffola.

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