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Cronaca

Solennità dell'Assunta, Crepaldi: «No all'utero in affitto, peggior degradazione possibile del corpo femminile»

L'omelia pronuncia dal vescovo di Trieste Gianpaolo Crepaldi in occasione della solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

Di seguito si trasmette l'omelia che l'Arcivescovo mons. Crepaldi ha pronucniato lunedì 15 agosto  nella Basilica Santuario di Muggia Vecchia in occasione della solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

Carissimi fratelli e sorelle,

1.        La Chiesa celebra oggi la solennità di Maria assunta in cielo. Pio XII, il I novembre del 1950, proclamò come dogma - da professare con fede e piena fiducia - che la Vergine Maria, “terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. In questa solenne circostanza siamo pertanto chiamati a contemplare il mistero del passaggio di Maria da questo mondo al Paradiso: celebriamo la sua pasqua. Come Cristo risuscitò dai morti con il suo corpo glorioso e ascese al Cielo, così la Vergine Santa, a Lui pienamente associata, è stata assunta nella gloria celeste con l’intera sua persona. Scrisse san Paolo nella sua prima Lettera ai Corinti: “Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine. Prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo” (1Cor 15, 22-23). Per essere la Madre del Figlio di Dio, ha ricevuto questo dono: “Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita” (Prefazio).  Elisabetta proclama: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno” (Lc 1, 42). È unita al Figlio che ha generato. Paolo ha detto che tutti rivivranno ciascuno secondo l’ordine stabilito. Lei ha ricevuto la glorificazione dopo Cristo, perché era unita a Lui nella sua risurrezione.

2.          Carissimi fratelli e sorelle, la festa dell’Assunta, tanto cara alla tradizione popolare, costituisce per tutti noi un’occasione utile per meditare sul senso dell’esistenza umana nella prospettiva dell’eternità. A questo riguardo, illuminanti insegnamenti arrivano direttamente dalla prima lettura che abbiamo ascoltato presa dal Libro dell’Apocalisse. Vi si parla di una donna vestita di sole indicata come un segno grandioso, che, nella visione di Giovanni, appare in cielo ma che è destinato alla terra. Questo segno grandioso tuttavia non domina tutto l'orizzonte della storia dell'umanità. Di fronte ad esso ecco un altro segno: il drago rosso che non soltanto tenta di nuocere alla terra, ma soprattutto attacca la Donna e il suo Figlio, come era stato già preannunziato, sin dall’inizio, nel Libro della Genesi.  La solennità dell’Assunzione, pertanto, ci ricorda che come uomini siamo posti sulla terra tra il bene e il male, tra la grazia e il peccato e che la vittoria della luce e della grazia è il risultato di una lotta drammatica. Questa è la vita; questo succede nella vita di ciascuno di noi; questo si verifica anche nella storia dei popoli, delle nazioni e dell'intera umanità.  Proprio per questo, l'Assunta è un segno di speranza e di consolazione: mentre indica il Paradiso, il quale si realizza totalmente nell'eternità, non cessa di mostrare le vie che conducono a quest’eternità divina. Su tutte queste strade, spesso faticose da percorrere e sempre più rese incerte da una segnaletica fuorviante, ognuno di noi può incontrare Maria e affidarsi alla sua materna protezione.

3.          Carissimi fratelli e sorelle, come sapete, il dogma prevede che Maria sia stata assunta in cielo anche con il suo corpo. Qui, c'è una buona notizia che ci riguarda da vicino: nella gloria celeste c’è posto anche per il nostro corpo. Anche per il nostro corpo c’è posto in Dio. A questo riguardo, il Card. Caffarra scrisse una pagina di catechesi assai istruttiva: "Se dunque il corpo di Maria è già stato glorificato, come lo sarà il nostro, il corpo non è un bagaglio di cui dobbiamo, prima o poi, scaricarci come di un peso. Il nostro corpo è la nostra persona, e la nostra persona è il nostro corpo. La redenzione, la salvezza della nostra persona non sarebbe vera, non sarebbe totale se non fosse anche la redenzione, la salvezza del corpo. Non possiamo separare il corpo dalla persona, e considerarlo come fosse qualcosa e non qualcuno: lo stesso rispetto che si deve alla persona, lo si deve al suo corpo. Considerate, fratelli e sorelle, come tutti i doni della salvezza ci vengono dati attraverso il corpo. È il corpo del bambino che è lavato nel S. Battesimo; è la nostra fronte che è stata unta nella Cresima; è mangiando una piccola ostia che noi ci uniamo al corpo di Gesù; è unendo umanamente i loro corpi, che gli sposi portano a compimento la sacramentalità del loro matrimonio". Dopo questa lunga citazione, corre l'obbligo di coltivare qualche domanda, una su tutte: lo splendore e la dignità del corpo sono veramente riconosciuti nella nostra cultura e nella nostra società? I fatti, purtroppo, ci dicono di no. Basti pensare all’uso impudico del corpo della donna per reclamizzare e vendere prodotti di ogni genere o all’affitto dell’utero - la peggiore degradazione del corpo femminile - ridotto a produttore di bambini nel quadro di un mercato vergognoso di compravendita.

4.          Carissimi fratelli e sorelle, la solennità dell'Assunzione di Maria Vergine, nell'indicarci la meta del Paradiso, infonde in tutti noi un senso di consolazione e di speranza. Nulla di noi andrà perduto. Non siamo destinati al nulla, al vuoto. Siamo destinati al Paradiso. Questa consolazione deve diventare la nostra forza per affrontare la quotidiana battaglia della vita. Una di noi, Maria, è arrivata prima di noi lì dove tutti noi siamo destinati ad arrivare con la grazia del Signore Gesù. Ricordiamoci sempre, in ogni minuto, che Dio non dimentica nulla di ciò che gli doniamo, che raccoglie ogni nostra lacrima, che conserva nel suo cuore ogni nostra pena e riveste di luce ogni atto d'amore. Poi, al tempo stabilito, riunisce ogni cosa e, con questo materiale prezioso, modella la corona che ci offrirà davanti al suo trono. Ha fatto così con Maria, farà così anche con noi. Amen!

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