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Cronaca Foro Ulpiano

Condannato per spaccio con droga in casa: assolta la convivente

La donna è stata dichiarata “estranea ai fatti”. decisione del Gup lo scorso 23 luglio, dopo un’indagine dei Carabinieri in una casa del centro cittadino lo scorso novembre

Il suo compagno convivente è stato condannato per spaccio e detenzione di stupefacenti, che teneva in casa, ma lei è stata assolta in quanto “estranea ai fatti”. Questa la decisione del Gup è arrivata lo scorso 23 luglio ma i fatti risalgono allo scorso novembre, con un’indagine dei Carabinieri in un appartamento del centro cittadino, dove abitava la coppia di trentenni.

In quel frangente una segnalazione aveva condotto i militari nella suddetta casa, dove sono state rinvenute delle sostanze, tra cui marijuana e cocaina. Il Gip, convalidato l’arresto, non ha disposto nessuna misura cautelare, visto che i due non avevano precedenti e che si era trattato di un episodio isolato. Il ragazzo si è accollato da subito tutte le responsabilità e la compagna ha dichiarato di non sapere che in casa ci fossero stupefacenti.

Al termine delle indagini i due, assistiti dall'avvocato Matteo Pastore del foro di Trieste sono stati accusati di detenzione della sostanza stupefacente sequestrata e di due episodi di cessione a terzi. Lo scorso aprile l’uomo ha patteggiato la pena davanti al Gip del Tribunale di Trieste mentre la compagna, all’udienza preliminare, ha chiesto al Gup giudizio abbreviato. Il 23 luglio scorso il Pm ha chiesto la condanna della donna, pur riconoscendo il suo ruolo secondario nella vicenda.

La difesa sostiene che l’imputata non sapesse nulla dell’attività illecita, lavorando ogni giorno per almeno otto ore fuori casa, e che non avesse partecipato alle due cessioni di stupefacente. La donna ha poi fornito una spiegazione per i messaggi rinvenuti sul suo cellulare, ritenuti “criptici” in ipotesi accusatoria. È stata infine assolta per non aver commesso il fatto, riservandosi il deposito della motivazione in 90 giorni.

Il difensore avvocato Matteo Pastore, sentito dopo l'udienza, dichiara: “L'imputata ha sempre affermato la propria estraneità ai fatti contestati e il Giudice ha, evidentemente, accolto le tesi difensive. Il Tribunale ha fatto buon governo dei principi enunciati dalla Corte di Cassazione, per cui non esiste una presunzione di codetenzione dello stupefacente in caso di convivenza nella stessa casa nell'ambito di una relazione sentimentale”.

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