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Cronaca Via Giosuè Carducci

Sparatoria tra bande a Trieste, sette feriti e due persone fermate: l'ombra del regolamento di conti

Fermati due uomini al Lisert, la loro posizione è al vaglio delle forze dell'ordine. Coinvolta una quindicina di persone, tra i quali molti operai di origine kosovara. Le vittime hanno tutte tra i 25 e i 30 anni. Il racconto dei testimoni e le prime ricostruzioni. Tutto quello che sappiamo fino ad adesso

Ha tutta l’aria di essere un regolamento di conti tra due gruppi di operai impiegati nell’edilizia già coinvolti in alcuni recenti fatti di cronaca avvenuti a Trieste. La sparatoria che ha provocato il ferimento di sette persone di età compresa tra i 25 e i 30 anni (di cui due in gravi condizioni e sottoposti ad intervento chirurgico all’ospedale di Cattinara) è andata in scena nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia qualche minuto prima delle 8 di oggi 4 settembre in via Carducci. Altre due persone sono state ricoverate in codice rosso a Trieste, una non sarebbe in gravi condizioni e due invece stanno bene e sono monitorate all'ospedale di Monfalcone. Al Lisert sono state fermate due persone le cui posizioni sono al vaglio delle forze dell'ordine. 

Fermate due persone dopo la sparatoria

I fatti e le prime ricostruzioni

Tra l'esterno del Carducci Cafè, bar sito al civico 12 dell’omonima via e gestito da una famiglia di origini cinesi, e la fine di via San Francesco, si sono affrontate due “bande” di giovani che, rispettivamente, hanno impugnato sia una pistola (forse due, elemento che verrà chiarito dalla questura nelle prossime ore) che numerose spranghe. Complessivamente sarebbero stati esplosi una decina di colpi d’arma da fuoco. Una persona è stata raggiunta da un proiettile che ha oltrepassato il torace. Un altro operaio è stato colpito al capo più volte, uno ha riportato lo spappolamento della milza, mentre una persona ha riportato una brutta ferita al malleolo. Diversi testimoni hanno raccontato di minuti di “inaudita violenza” e durante la raccolta dei primi racconti si è sentito parlare di una “persona incappucciata fuggita lungo via San Francesco”. Uno dei feriti è stato trattato dai sanitari all'interno del Carducci Cafè. Un’altra persona ha riferito di urla provenire dalla galleria Fenice, a poche decine di metri dal fattaccio. Tanti i passanti che si sono rifugiati all’interno di un noto panificio della zona, molte le persone ascoltate dagli agenti di polizia. Secondo fonti della questura (che per il momento non ha rilasciato alcuna dichiarazione) non risulterebbero persone in fuga. Nel tardo pomeriggio è atteso un comunicato ufficiale. 

Le prime testimonianze: "Sparava ad altezza uomo"

L'arrivo dei primi operai e i colpi d'arma da fuoco

Sono le 7:30 e una decina di operai arrivano davanti al Carducci Cafè. Sostano lì davanti ed indossano tute da lavoro. Nonostante sia sabato, sembra una normale giornata di lavoro. Pochi minuti dopo, tra le 7:40 e le 7:50 circa, sopraggiungono un furgone bianco e due autovetture, una di colore scuro. A scendere è un uomo “non giovanissimo, grosso e non troppo alto”. Sarebbe lui la persona che scendendo dalla vettura impugna la pistola. Qualcuno parla anche di persone "che indossavano caschi", come in una operazione premeditata. Un testimone oculare (che manterremo anonimo per tutelarlo) racconta la rapidità con cui tutto è successo. “Sono scesi ed è scoppiato il casino. Lui ha sparato e poi sono scappati. È salito a bordo ma non guidava, alla guida c’era un altro uomo”. La persona che è stata vista impugnare la pistola e sparare “ad altezza uomo” fugge assieme ad un altro malvivente. Muovono in direzione di piazza Oberdan (non sappiamo se verso Barcola o in direzione Opicina) e si danno alla fuga. Poco dopo arriva la notizia del controllo di due persone in zona Lisert (al confine tra la provincia di Trieste e Gorizia).

Maxi spiegamento di forze

Sul luogo della sparatoria sono giunte tempestivamente le squadre del 118. Cinque le ambulanze, più una della Croce rossa, oltre a personale dei carabinieri (sia in divisa che in borghese) e un’automedica. Per la questura giuliana sono intervenuti equipaggi della Squadra Volante, personale della Squadra Mobile ed agenti della Polizia scientifica. Stando ad una prima e sommaria ricostruzione, le persone coinvolte nella sparatoria sarebbero le stesse protagoniste di una violenta rissa scoppiata in piazza Sansovino lo scorso 5 luglio. Ulteriori elementi farebbero pensare al coinvolgimento di alcuni degli stessi operai in un fatto di cronaca avvenuto nel rione di Campi Elisi esattamente un mese fa. Il 4 agosto una villa era stata raggiunta da un intervento della Squadra Volante della questura di Trieste dov’era stata segnalata una rissa. Tra le due bande (che farebbero capo a due ditte edili operanti in città) non correrebbe buon sangue da tempo. Dopo i fatti di piazza Sansovino ci sarebbe stata un’escalation di minacce. All’interno di una Peugeot 307 di colore grigio (guidata da alcune delle vittime finite in ospedale, come pure una Audi A4 di colore bianco) gli uomini della Mobile hanno rinvenuto una spranga di acciaio. Sono stati passati al setaccio anche i tombini davanti al bar. 

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I precedenti in zona

Nella zona di via Carducci diversi esercenti avevano già segnalato alle forze dell’ordine alcuni fatti di cronaca e, più in generale, episodi spiacevoli. Qualche anno fa, sempre nei pressi dello stesso bar (i cui locali, come tutto l’edificio, sono di proprietà della Comunità Ebraica di Trieste), sarebbe scoppiata una rissa ancora una volta tra cittadini kosovari. Due mesi fa, invece, erano stati segnalati alcuni triestini in preda ad ubriachezza molesta. Il giorno dopo la polizia era intervenuta. Nell'ultimo periodo, davanti al Carducci Cafè, questo secondo le numerose e recenti testimonianze, si sarebbe palesata la presenza di una clientela non particolarmente elegante. “Dentro al locale è pieno di slot machine, le persone sono spesso ubriache: ti guardano male se li osservi”. 

Le reazioni politiche ad un mese dalle elezioni

Nel frattempo, la sparatoria ha provocato le prime reazioni politiche, ad un mese dalla campagna elettorale. "Servono misure draconiane per reprimere senza indugi ogni fenomeno di delinquenza che macchia l'immagine della nostra comunità, ponendo in serio pericolo l'incolumità dei cittadini” queste le prime parole del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. L’assessore alla Sicurezza della Regione Pierpaolo Roberti ha fatto sapere che lunedì 6 settembre si terrà una riunione urgente sull’ordine pubblico. Nella nota del leghista si parla di “kosovari e albanesi” e sulla necessità di approfondire la “situazione legata alla presenza della comunità kosovara”. Coro di unanime condanna anche dal centrosinistra. “Sparatorie nel centro di Trieste sono inaccettabili. Trasmetterò al ministro Lamorgese una nota per esprimerle l'esigenza di un intervento straordinario di repressione da parte dello Stato” questo il commento di Debora Serracchiani. 

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