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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Sparatoria in via Carducci: un altro arresto dopo le indagini della Squadra mobile

Si tratta di un 31ene accusato di lesioni personali gravi ed aggravate. Si trova ora in custodia cautelare ai domiciliari

Un nuovo arresto dopo la sparatoria di via Carducci: nuove indagini della Squadra mobile hanno portato nei giorni scorsi all’esecuzione di una misura di custodia cautelare ai domiciliari a carico di Oriakhil Shahen, 31enne afgano, ritenuto concorrente nelle provocate lesioni personali gravi ed aggravate dall’uso di armi da fuoco. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella mattinata del 24 novembre.

La storia 

Nella prima mattinata del 4 settembre, nei pressi di un bar della citata centralissima via cittadina, 7 persone, tutte di etnia kosovara, della famiglia Krasniqi, sono rimasti feriti a seguito di una spedizione punitiva attuata da altra compagine di kosovari, appartenenti alla famiglia Islami. I feriti presentavano evidenti lesioni al volto ed alla testa ed alcuni di loro erano stati attinti anche da colpi di arma da fuoco.

Fin da subito, per individuare gli aggressori e fare luce sul gravissimo episodio delittuoso, un’articolata azione investigativa è stata portata avanti dagli operatori della Squadra Mobile triestina in pieno e costante raccordo con la locale Autorità Giudiziaria inquirente.

Già nella stessa giornata dell’evento, le risultanze d’indagine hanno consentito di sottoporre a fermo di indiziato di delitto, per l’ipotesi di reato di concorso in tentato omicidio aggravato, Islami  Arton, cl. 81, e Islami Clirimtar; bloccati al confine tra le province di Trieste e Gorizia mentre si davano alla fuga.

Sempre il 4 settembre, nel pomeriggio, all’interno di immobile in un quartiere del Capoluogo, dagli investigatori della Squadra Mobile venivano rintracciati e tratti in arresto Islami Avni, del 1974, Islami Mergim, classe 97 e Islami Lumniasse cl. 71. I predetti erano stati riconosciuti come partecipanti ai gravi fatti avvenuti nella mattinata e, all’atto del loro arresto, presentavano lesioni ritenute conseguenza dello scontro ed indossavano i medesimi abiti, alcuni macchiati di sangue, fotografati e ripresi dalle telecamere del sito ove si era consumato l’evento delittuoso. 

Nella stessa giornata e nel prosieguo dell’attività d’indagine, il certosino esame dei vari filmati acquisiti ha permesso di stabilire che uno dei Krasniqi feriti, durante le fasi dello scontro, era stato immortalato mentre impugnava una pistola e per questo arrestato una volta dimesso dal pronto soccorso.

Nei giorni successivi, il 20 settembre, gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito di sottoporre a fermo di indiziato di delitto Bajrami Fatmir, classe 72, il quale è risultato gravemente indiziato di aver preso parte, quale intraneo al gruppo degli “Islami”, alla “spedizione punitiva” attuata il precedente 4 settembre, in armi ed altri oggetti contundenti, contro quello dei “Krasniqi”. 

Poi, alle prime ore della mattinata del 29 settembre, nel corso di una complessa operazione, convenzionalmente denominata “Crazy Shooting”, che ha visto impegnati oltre 150 operatori della Polizia di Stato, sono state eseguite misure cautelari personali e ben 22 decreti di perquisizione emessi dalla Dottoressa Chiara De Grassi, P.M. titolare del pertinente fascicolo processuale, a carico di tutti i soggetti identificati e che si assumevano coinvolti nel confronto armato di via Carducci.

Quindi, la misura cautelare della custodia in carcere è stata eseguita a carico di altri 4 partecipanti ai fatti di sangue del 4 settembre: Tahiri Gazmend, del 1983; Islami Meriton, classe 1998; Islami Visar, classe 85; Zabelaj Clirim, del 2000. Quella degli arresti domiciliari, invece, a carico di Islami Fazli, nato nel 1978. Ora, il recente arresto di Oriakhil.

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