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Cronaca

Spogliatoi Inagibili: i Poliziotti Indossano il Casco per Cambiarsi

La denuncia arriva a Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia) Mentre i poliziotti dei Reparti Mobili indossano i caschi per l’ordine pubblico, per respingere gli ennesimi assalti criminali da parte dei soliti...

La denuncia arriva a Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia)

Mentre i poliziotti dei Reparti Mobili indossano i caschi per l'ordine pubblico, per respingere gli ennesimi assalti criminali da parte dei soliti "professionisti del disordine", come successo nuovamente recentemente a Roma, a Trieste, altri operatori di Polizia, su disposizione impartite dall'Amministrazione, debbono indossare i caschi antinfortunistici, per poter accedere e usufruire degli spogliatoi, perché il locale previsto per queste "operazioni" è stato dichiarato inagibile dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

Sembra una barzelletta o un caso degno di un famoso telegiornale satirico, invece è realtà e accade a Trieste In questo caso si tratta dei colleghi delle "volanti", quegli equipaggi che ogni giorno, 24 ore su 24, garantiscono il pronto intervento, il soccorso e la prevenzione per la sicurezza di tutti i cittadini.

I locali in questione si trovano all'interno del complesso "Caserma Duchessa D'Aosta" di San Sabba. Niente di nuovo per il SAP in realtà, perché da anni queste condizioni vengono denunciate nelle opportune sedi, chiedendo interventi in merito. La cronica mancanza di fondi e interventi, ha però portato alla situazione attuale, quella di pericolo reale per chiunque acceda in quei locali come "certificato" dai Vigili del Fuoco.

Una condizione comune a molti posti di lavoro di Polizia, anche Trieste, come sul territorio nazionale, come del resto spesso denunciato pubblicamente dal SAP. Ma non basta, in questa vicenda, vista l'impossibilità di ottenere fondi per una situazione palesemente emergente, invece di ordinare la chiusura di tali locali e contestualmente reperirne altri, si dispone di mettere a rischio l'operatore di Polizia perfino per poter indossare la divisa e recarsi a prestare servizio.

Ci sembra veramente troppo, considerando il fatto, che esiste una legge sulla sicurezza, la 81/2008, e perché riteniamo sia singolare che uno Stato che così tanto pretende nei posti "privati", così poco rispetta in quelli "pubblici". Una condizione che rispecchia fedelmente la reale situazione della Polizia di Stato, dei suoi mezzi, delle sue dotazioni, ben lontane da quanto descritto nei film e nelle fiction. Spesso, abbiamo paventato il fermo delle pattuglie per mancanza di carburante e spesso proprio per questo problema reale, malgrado le "smentite" ufficiali, si sono ridotti i percorsi di pattugliamento.

Oggi si pretende perfino di eludere le norme di sicurezza previste. Ma per quanto ancora, si potrà pretendere risultati positivi in termini di sicurezza, se si continuerà a non vedere che la polizia di oggi è vecchia in tutti i sensi, uomini, mezzi e strutture? Senza poi contare che il dissenso all'interno è molto forte e crescente, perché come molti altri cittadini, il poliziotto ha una famiglia, ma ha anche lo stipendio bloccato dal 2010, ha una previdenza complementare prevista, ma mai avviata, ha un riordino delle carriere atteso dal 1996 e mai realizzato, ha un grave innalzamento dell'età media ma anche di quella pensionabile che evidentemente non tiene conto della specificità e particolarità della professione.

In questa vicenda sarebbe veramente paradossale oltre che tragico, che qualcuno rimanesse gravemente ferito o addirittura ucciso, non nell'intervento contro criminali in difesa di cittadini onesti, ma per un crollo di un tetto o un guasto di un'autovettura, che non conosce da molto tempo cosa significa la parola: manutenzione.

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