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Cronaca

Scuola di Polizia, Volta e Confartigianato insieme per il progetto di trasformazione dei locali abbandonati

Artefici del progetto, gli alunni del 5° anno della sezione edili dell'Istituto Volta nell'ambito dell'iniziativa Alernanza Scuola-Lavoro

L'obiettivo della metodologia didattica dell'Alternanza Scuola-Lavoro introdotta recentemente nel nostro ordinamento scolastico mira ad avvicinare il mondo dell'istruzione al mondo delle imprese, diffondendo la cultura del lavoro e favorendo lo scambio di informazioni utili agli studenti futuri lavoratori e alle aziende.
L'applicazione del dispositivo di Legge ha trovato a Trieste una declinazione innovativa ed esemplare, grazie all'impegno profuso – ben al di là delle disposizioni burocratiche- da tre

Enti-protagonisti: l'Istituto Tecnico A. Volta, nelle persone della Preside Clementina Frescura e dei Docenti ing. Paolo Marsi, arch. Maurizio Dambrosi e dott. Giorgio Pisani; la Confartigianato Trieste, nelle persone del Segretario Enrico Eva e del Presidente della categoria Edili e Pittori, Maurizio Decli; la Scuola di Polizia della Caserma “Emanuele Filiberto Duca d'Aosta” nella persona del Direttore Marco Bonato e del Sost. Comm. Paolo Malandrino. L'esito di questa triangolazione virtuosa è rappresentato da un progetto di trasformazione dei locali da anni inutilizzati posti di fronte al Corpo di Guardia (denominati “Palazzina 3”) della Caserma di Via Damiano Chiesa (a San Giovanni) in uno spazio destinato ad esposizioni di tipo museale. Artefici del progetto, gli alunni del 5° anno della sezione edili dell'Istituto Volta, che guidati dai docenti Marsi, Dambrosi e Pisani, con il tutoraggio del Capogruppo Edili di Confartigianato, Decli, e con la collaborazione del Direttore della Scuola di Polizia, Marco Bonato e del Sost. Comm. Paolo Malandrino, hanno portato a termine una realistica progettazione per ridare nuova vita a dei locali praticamente abbandonati.
Il lavoro degli studenti si compendia in un risultato progettuale che partendo dai rilievi costruttivi dell'edificio e dalla ricostruzione storica del suo utilizzo dal 1907 ad oggi, è pervenuto ad una ipotesi di nuova funzionalità in una ottica di fruizione culturale e storico-turistica : con una intelligente reinterpretazione degli spazi, seguendo una logica di recupero della memoria storica degli stessi, vissuta anche in forma drammatica alla fine della seconda guerra mondiale a Trieste.

Non solo, quindi, una esercitazione “tecnica”, ma la dimostrazione che la perizia tecnica può coniugarsi con il sapere umanistico, e il fatto che ciò nasca da un Istituto scolastico “tecnico” per antonomasia, inaugura una pagina nuova e illumina positivamente la realtà del sistema scolastico cittadino. Una collaborazione , quella tra l'Istituto Volta e il Gruppo Edili e Pittori di Confartigianato, che dimostra come creatività, lavoro e istruzione, possano saldare passato, presente e futuro, contribuendo ad un vero dialogo tra cittadini e Istituzioni.
E se (sociologicamente) la città riflette la forma della società, allora Trieste può ben sperare se dalle sue componenti attive emergono impegni e sensibilità che in definitiva mirano al raggiungimento di una vera qualità della vita.

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