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Cronaca

Suicido al commissariato di Opicina, accusa di sequestro aggravato per il dirigente dell'Ufficio immigrazione

Concluse le indagini della Procura sul caso Alina Diachuk: accuse anche per il vice del dirigente, tre agenti incaricati della vigilanza e altri quattro appartenenti all'Ufficio immigrazione

Si sono concluse le indagini della Procura di Trieste in merito al suicidio della 32enne ucraina Alina Bonar Diachuk nella mattina del 16 aprile 2012 all'interno di una stanza di sicurezza del commissariato di Polizia di Villa Opicina: il procuratore Carlo Mastelloni ha così diramato una nota stampa in cui illustra le conclusioni a cui ha portato il fascicolo da oltre 10.000 pagine di atti, più altri 246 fascicoli personali di altrettanti cittadini stranieri; all'interno di questi atti è contenuto anche il drammatico video che riprende le fasi del suicidio.

Al dirigente dell'Ufficio immigrazione, l'allora Carlo Baffi, è stato contestato il reato di sequestro di persona aggravato per quanto riguarda la tragica morte di Alina; sempre riferito a questo episodio, sono accusati di "violata consegna" e omicidio colposo i tre agenti incaricati della vigilanza.

Ma le indagini, che hanno visto la collaborazione della stessa Polizia, hanno rilevato come il trattamento riservato alla 32enne ucraina non fosse occasionale (almeno nel periodo 2011-2012): infatti è emersa una sorta di prassi dell'Ufficio immigrazione di trattenere senza alcun provvedimento restrittivo dell'Autorità giudiziaria numerosi cittadini stranieri, comunitari e non, ritenuti (a volte erroneamente) irregolari sul territorio nazionale. Queste persone venivano dunque condotte al commissariato di Opicina dagli appartenenti all'Ufficio immigrazione, inducendo all'errore anche gli agenti a cui veniva dato l'ordine di controllare le così dette sale controllo.

Conseguentemente a questa prassi, il dirigente Baffi, il suo vice Vincenzo Panasiti, insieme ad altri quattro dell'Ufficio immigrazione sono stati contestati, in concorso o anche singolarmente, numerosi capi d'imputazione relativi al sequestro di persona aggravato (in qualità di pubblici ufficiali) ai danni di numerosi stranieri privati della libertà per un lasso significativo di tempo.

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