Truffa superbonus, sequestri da 110 milioni per un Consorzio napoletano, blitz anche in Fvg
L'operazione, partita dall'Agenzia delle Entrate e portata avanti dalla Guardia di Finanza coordinata dalla magistratura partenopea, ha permesso di ricostruire un sistema articolato. Perquisizioni e sequestri in molte regioni d'Italia
Il sequestro ai danni di un Consorzio edile operante anche in Friuli Venezia Giulia è pari alla percentuale del cosiddetto Superbonus. Sono circa 110 i milioni di euro di credito d'imposta congelati dalla Guardia di Finanza di Napoli in un'operazione che ha portato, oltre a 21 perquisizioni nelle case di altrettante persone e in tre sedi societarie, anche a sequestri preventivi a carico di 16 soggetti tra istituti finanziari e persone fisiche. Il risultato è il frutto di una articolata indagine coordinata dalla magistratura partenopea (conseguente all'analisi di rischio sviluppata dall'Agenzia delle Entrate) e che ha messo nel mirino numerosi soggetti "a vario titolo coinvolti nell'attività delittuosa". Oltre alla nostra regione, il Consorzio avrebbe operato anche in Veneto, Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia e Piemonte.
I militari hanno quindi fatto emergere un sistema fraudolento che si sarebbe sviluppato in maniera molto precisa. Di seguito la nota inviata dalle Fiamme Gialle.
- Il Consorzio, attraverso una rete di procacciatori, si sarebbe proposto nei confronti di privati cittadini interessati a effettuare i lavori rientranti nell’applicazione del superbonus, facendo stipulare loro dei contratti per “appalto lavori con cessione del credito d’imposta” e chiedendo la consegna della documentazione necessaria, salvo interrompere subito dopo i rapporti ovvero eseguire solo attività di carattere burocratico.
- Ricevuti i contratti, il Consorzio avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti dei privati committenti in cui si faceva riferimento a uno stato di avanzamento lavori per una percentuale non inferiore al 30% (percentuale minima richiesta per vantare la cessione del credito d’imposta);
- Solo a seguito di richiesta di informazioni da parte di alcuni Reparti del Corpo, i soggetti privati riscontravano nel loro cassetto fiscale la presenza delle suddette fatture, che sarebbero state emesse a fronte di lavori mai eseguiti, cui erano correlate successive cessioni di crediti a favore del Consorzio, precedute dalla comunicazione dei commercialisti che avrebbero apposto il visto di conformità.
- Le prescritte asseverazioni tecniche sui lavori svolti dal Consorzio, che sarebbero state rilasciate da professionisti abilitati, presentavano rilevanti anomalie, evidenziate dalla competente Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA).
- Il Consorzio, operando nei termini suddetti, avrebbe beneficiato di oltre 109 milioni di euro di crediti d’imposta, accumulati a partire dal mese di dicembre 2020, poi ceduti a intermediari finanziari, ottenendone la monetizzazione, per un importo di oltre 83 milioni di euro.