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Il caso

Sirca di nuovo indagato per tentata estorsione: chiedeva 150mila euro a un'azienda vinicola

Il 47enne che minacciava la grande distribuzione alimentare di avvelenare cibi e bevande, ha ora tentato l'estorsione via mail a una nota azienda vinicola della provincia di Livorno che produce il rinomato vino “Sassicaia”. Fingeva di avere sotto tiro beni e attrezzature appartenenti all'azienda.

Nuovamente indagato David Sirca, 47enne, residente nel comune di Duino Aurisina già accusato di estorsione verso la grande distribuzione alimentare (con minacce di avvelenamento su larga scala), è ora ritenuto responsabile di una tentata estorsione ai danni di una nota azienda vinicola della provincia di Livorno che produce il rinomato vino “Sassicaia”. L'azienda aveva denunciato ai militari di aver ricevuto messaggi minatori via email da una ignota organizzazione criminale, che informava di avere sotto tiro alcune loro strutture e beni di grande valore. Per evitare i gravissimi danni minacciati, ai proprietari era stato chiesto l’immediato pagamento di circa 150mila euro in bitcoin con una procedura “coperta”, quindi non tracciabile.

E' stata studiata l'architettura di rete di tutta l’azienda partendo dai client raggiunti dai messaggi estorsivi, sino, in un secondo momento, ad essere diramate, secondo i più moderni sistemi di condivisione delle informazioni investigative riservate, sui preposti canali internazionali per il tramite uffici di polizia Interpol ed Europol.  

La persona individuata è gravata già da numerosi precedenti di polizia per analoghe e reiterate condotte di reato, anonimizzate grazie all’uso esperto di strumenti informatici. L’uomo si sarebbe avvalso di diversi account di posta elettronica anonimi, creati da provider con server attestati all’estero, proprio per non permetterne l’individuazione e la localizzazione.

Il 47enne è già oggetto di investigazioni condotte da uffici di polizia anche di altri Paesi dell’Unione Europea, ed è ritenuto responsabile di minacce estorsive dirette ad altre aziende con sede in Italia, attive principalmente nella produzione e commercializzazione di generi alimentari in Europa e nel mondo. Le indagini, pertanto, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno in stretta sinergia con quella di Roma che – a sua volta – ha funto da collettore, per l’Italia, dei diversi uffici di polizia europea interessati. La scorsa settimana, da un accurata analisi dei dati informatici estratti dai dispositivi sequestrati all’indagato, è stato possibile acquisire prove che ricondurrebbero al 47enne le minacce estorsive.

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