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Cronaca

Strage di Parigi, bandiere a mezz'asta in Regione: «Non cederemo al terrorismo ammantato di ideologia religiosa»

Bandiere a mezz'asta sugli edifici della Regione su disposizione della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, in segno di lutto e solidarietà per le vittime di Parigi: «Un attacco non solo alla Francia ma a tutta l'Europa»

Oggi nel Palazzo della Regione a Trieste, in piazza Unità d'Italia, e nelle sedi di rappresentanza delle altre città capoluogo le bandiere sono esposte a mezz'asta, su disposizione della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, in segno di lutto e solidarietà per le vittime di Parigi. «Questi sono momenti di ansia e di preoccupazione, di fronte ai quali occorre rafforzare la coscienza delle nostre libertà e dei nostri diritti: beni preziosi e indisponibili, per conquistare i quali l'Europa ha attraversato due guerre mondiali. Oggi ci stringiamo a fianco delle famiglie delle vittime e di tutta la nazione di Francia, e ribadiamo l'inflessibile volontà di non cedere, mai, all'aggressione di un terrorismo ammantato di ideologia religiosa».

Dopo i terribili fatti di Parigi, ha sottolineato oggi nel capoluogo regionale la presidente (intervenendo ad un convegno sulle montagne del fronte orientale nella prima Guerra mondiale, promosso dal Club alpino italiano), proprio con le iniziative volute per commemorare la Grande Guerra, l'intento della Regione resta quello di «cercare di trasmettere non solo la storia, il ricordo, la restituzione di una dignità ai giovani morti, ma allo stesso tempo costruire una vera cittadinanza europea: cercare di parlare di pace non con parole vuote ma costruendo e sviluppando delle coscienze».

Un lavoro che consideriamo importante, soprattutto per i nostri giovani «tanto più importante dopo l'orribile attacco di questa notte a Parigi, un attacco non solo alla Francia ma a tutta l'Europa». Proprio di fronte a questa tragedia, «è necessario edificare una nuova coscienza europea», ha aggiunto la presidente.

«Parliamo dunque di pace, a 100 anni dalla Grande Guerra, ma parliamo innanzitutto, ora, di far crescere i nuovi cittadini d'Europa, ricordando quale è stata la nostra storia e cercando di affrontare con un po' di fiducia il futuro che abbiamo davanti: chiudere i confini oggi - ha concluso la presidente Serracchiani - vorrebbe dire 'annientare' un pezzo della nostra più recente storia europea».

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