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Cronaca

Tlt: Bandiere Listate a Lutto nella Ricorrenza dell’Ingresso delle Truppe Italiane a Trieste

Trasmettiamo il comunicato stampa del Movimento Trieste Libera Il 26 ottobre 1954 alle ore 10, dopo la firma del Memorandum di Intesa tra i Governi dell’Italia, del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Jugoslavia avvenuta a Londra il 5 ottobre...

Trasmettiamo il comunicato stampa del Movimento Trieste Libera

Il 26 ottobre 1954 alle ore 10, dopo la firma del Memorandum di Intesa tra i Governi dell'Italia, del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Jugoslavia avvenuta a Londra il 5 ottobre, il Governo Militare Alleato (G.M.A.) cede l'amministrazione civile della Zona A del Territorio Libero al Governo Italiano.

Le truppe italiane del V° Corpo d'armata entrano a Trieste e il generale Edmondo De Renzi assume temporaneamente tutti i poteri civili e militari in attesa dell'arrivo del Commissario di Governo. Il 29 ottobre 1954 Giovanni Palamara assume ufficialmente l'incarico di Commissario Generale di Governo. Inizia così il declino inarrestabile di Trieste.

L'arrivo dell'Italia significa la fine di quella primavera democratica carica di speranze per i triestini usciti dagli anni cupi del secondo conflitto mondiale.

Il ritorno dopo sette anni di Governo Alleato (G.M.A.) all'odiato regime di uno Stato da sempre nemico della città mitteleuropea e del suo porto. Un porto internazionale che proprio negli anni felici dell'amministrazione alleata aveva raggiunto i suoi massimi storici di traffico commerciale, quale scalo naturale dell'intero bacino centro europeo.

Per l'Italia Trieste è solo il simbolo della negazione di una cocente sconfitta, ed in realtà un corpo estraneo, un nemico ancora da sottomettere dopo la prima non completata annessione del 1920: i triestini lo sanno bene. Inizia così il nuovo esodo che vedrà in pochi anni 30.000 persone emigrare per lo più in Australia.

Per chi rimane si tratta di assistere impotente alla spoliazione dei propri diritti.

L'Italia, pur essendo solo amministratrice provvisoria impone il proprio ordinamento giuridico, istituzionale, fiscale e militare, comprimendo pure pesantemente i diritti della minoranza slovena.

I cittadini della Zona A si vedono sottrarre anche la cittadinanza del TLT ed imporre quella italiana senza esercizio del diritto di autodetermianzione. L'economia viene convertita in sistema di assistenzialismo pubblico con la soppressione ed il trasferimento dei cantieri navali e la progressiva riduzione del Porto Franco di Trieste a scalo di secondo livello con deviazione dei suoi traffici verso i porti italiani.

La città-porto viene così smantellata ed affidata al controllo di un sistema di potere locale con caratteristiche mafiose e fedele allo Stato centrale.

In pochi decenni Trieste perde 70.000 abitanti e si trasforma da vitale porto emporiale europeo a città ospizio senza futuro.

Oggi quel che rimane della prima città porto dell'impero austroungarico vede divorare dalla crisi economica ogni anno 5.000 posti di lavoro, mentre nel silenzio generale circa 3.000 triestini ogni anno devono emigrare all'estero.

Ecco cosa ha portato il 26 ottobre del 1954.

Ecco perché il 26 ottobre la bandiera di Trieste viene listata a lutto per ricordare il giorno dell'invasione.

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