"Con 800-1000 positivi al giorno il tracciamento è inutile, andrebbe abbandonato"
A sostenerlo è il direttore sanitario di Asugi Andrea Longanesi che ha rilasciato questa dichiarazione all'agenzia di stampa Dire
"In una situazione pandemica come oggi il tracciamento diventa inutile". Non usa mezzi termini il direttore sanitario dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina che ai microfoni dell'agenzia Dire ha fatto il punto sul difficile momento che la sanità sta attraversando. Dal 12 gennaio Asugi ha sospeso tutte le attività chirurgiche (ecco il link per leggere la notizia completa) ed è alle prese con centinaia di sanitari che, tra quarantena e sospensioni, non possono essere impiegati nella quotidianità.
"Ogni giorno solo a Trieste abbiamo 800-1.000 positivi - così Longanesi -, il contact tracing funziona quando si hanno 50-60 positivi al giorno nuovi, questa è letteratura. Il tracciamento significa che intervisto ciascun positivo e ci metto mezz'ora per ricostruire tutti i contatti, poi chiamo tutti I contatti e faccio fare i tamponi". Si continua a tracciare perché, sottolinea il direttore sanitario alla Dire, "lo prevedono le norme nazionali. L'alternativa sarebbe prendere in carico solo i positivi, far loro il tampone subito e dopo cinque giorni, seguire l'evoluzione della loro positività".
Abbandonare quindi il tracciamento, nonostante il decreto che dal 5 gennaio offre la possibilità a tutti di fare i tamponi in farmacia e "diventare negativi con iniziativa autonoma. Questo va già un po' nella direzione del superamento del tracciamento" precisa Longanesi. Ma quali sono le criticità temporali che Asugi è costretta ad affrontare al momento? "L'azienda ci mette circa 7-8 giorni a contattare i sospetti positivi per il tampone. Adesso stiamo riorganizzando, mettendoci personale sanitario e amministrativo formato perché chiami a casa tutte le persone. Penso che nel giro di una settimana ridurremo drasticamente quei tempi".