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Cronaca Foro Ulpiano

Arrestato in Italia potrebbe scontare la custodia cautelare ai domiciliari in Slovenia: sarebbe il primo caso a Trieste

L'indagato è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sottoposto alla custodia cautelare in carcere, ma gli altri correi nel medesimo episodio sono stati invece posti ai domiciliari, solo per aver trovato casa in Italia. Potrebbe essere applicata, senza precedenti nel capoluogo giuliano, una direttiva quadro europea contro le disuguaglianze e il sovraffollamento delle carceri

Per la prima volta il Tribunale di Trieste potrebbe disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari all’estero, applicando la Direttiva Quadro 2009/829/GAI, recepita nel nostro ordinamento giuridico nel 2016 per tutelare la parità di diritti per i cittadini comunitari. Questo il caso: un indagato, sloveno, viene arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sottoposto alla custodia cautelare in carcere, gli altri correi nel medesimo episodio e con gli stessi capi d’accusa sono stati invece posti agli arresti domiciliari, avendo gli stessi reperito subito idonea abitazione in Italia.

Il fatto di avere o meno un domicilio in Italia ove scontare gli arresti è la circostanza casuale che ha portato a una significativa disparità di trattamento, motivo per cui il difensore dell'uomo prima presenta istanza al GIP di modifica della misura, chiedendo l'applicazione della direttiva europea e, a fronte del rigetto dell'istanza da parte del GIP, presenta ulteriore istanza al Tribunale del Riesame, che il giorno 15 giugno in sede collegiale dovrà decidere sulla vicenda. 

Secondo il difensore dell'uomo, l'avvocato Giovanna A. de'Manzano, la citata decisione quadro europea prevede che gli indagati stranieri in misura cautelare, se non hanno un luogo ove scontare i domiciliari in Italia, possano scontare i domiciliari nel loro paese di residenza, se trattasi appunto di Stato Ue, in questo caso in Slovenia, dove l’uomo abita con sua moglie. 

Per la prima volta nel capoluogo giuliano, quindi, potrebbe applicarsi la direttiva Europea 2009/829/GAI, che oltre a voler garantire il principio di eguaglianza di tutti i cittadini dell’Ue, è in linea con l’articolo 275 del codice di procedura volto a disincentivare la custodia cautelare in carcere in un contesto di carceri sovraffollate, fenomeno per il quale l'Italia è stata condannata più volte dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Secondo l’avvocato de’Manzano “accade sempre che, in assenza di un domicilio utile ove scontare gli arresti domiciliari in Italia, l'unica alternativa sia la custodia cautelare in carcere, anche quando non vi siano le esigenze per una misura così afflittiva e mortificante. Nell'attesa della decisione del Tribunale, sono onorata del fatto di essere partecipe a quello che probabilmente è uno tra i primi esperimenti in Italia di misura cautelare da eseguirsi all'estero. Confido che la Procura triestina voglia appoggiare l'istanza del mio assistito, una volta assunte tutte le garanzie circa l'effettiva esecuzione della misura all'estero.”

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