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Cronaca

Gli investimenti post Covid fanno gola alle mafie: la Dia lancia l'allarme anche per Trieste

E' quanto emerge dalla relazione del secondo semestre diffusa dall'Antimafia. Traffico di migranti, infiltrazioni nel piano di investimenti, droga, "lavanderie" per pulire i soldi provenienti da attività illecite. Ecco quello che sta succedendo a Nordest. De Nicolo: "Appetiti criminali in crescita"

La mafia a Trieste non ha un radicamento stabile ma più volte in questi anni si sono palesati sodalizi di origine campana impegnati in tentativi di riciclaggio di denaro sporco e nel traffico di droga. A dirlo è la relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre del 2020, resa nota nella mattinata di oggi 22 settembre e che pone l'accento sulle proiezioni di possibili infiltrazioni (allarme espresso anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi in ottica nazionale e sulle risorse europee per il rilancio post Covid) nell'ambito dello sviluppo della Piattaforma Logistica. Da tenere sott'occhio, secondo la DIA, sono gli investimenti che arriveranno e per farlo "è necessario mantenere alta l’attenzione da parte di tutti gli attori istituzionali interessati alla prevenzione e contrasto dei probabili tentativi di infiltrazione illecita del comparto". 

La posizione strategica della città

Per il Procuratore Distrettuale Antimafia di Trieste Antonio De Nicolò, gli appetiti criminali sono stimolati "da occasioni di investimenti di capitali che si faranno vieppiù concreti e consistenti in quest’area del Paese". Il riferimento è alle "grandi opere in fase di esecuzione nonché prossime alla realizzazione con particolare riferimento alla trasformazione del porto di Trieste". Tra sequestri e movimentazioni di merci, oltre a operazioni ed indagini portate avanti contro la criminalità organizzata, l'aspetto che più da vicino alimenta i rischi è la collocazione geografica del capoluogo del Friuli Venezia Giulia. La posizione è strategica anche e soprattutto per la vicinanza del mondo balcanico. Da sempre focolaio di corruzione e criminalità legate a doppio filo con il traffico di stupefacenti e di esseri umani, nei Balcani allo sfruttamento dei migranti si aggiunge la consolidata presenza di sodalizi criminali. In questo senso, la conferma arriva dallo smantellamento ad opera della magistratura torinese di un vero e proprio sistema che, dal 2019 ad oggi, gestiva il traffico di minori non accompagnati dall'Albania al nostro Paese. 

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