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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Trieste, Operazione "Transit": Sgominata una Banda Internazionale di Trafficanti di Esseri Umani

Per i viaggi della speranza lungo la "rotta balcanica" i disperati pagavano dai 5 ai 10 mila dollari - FOTO e ORGANIGRAMMA 12.5. 2014 - 15.10 - L’operazione “Transit”, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, nata...

Per i viaggi della speranza lungo la "rotta balcanica" i disperati pagavano dai 5 ai 10 mila dollari - FOTO e ORGANIGRAMMA

12.5. 2014 - 15.10 - L'operazione "Transit", coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, nata grazie alla costituzione di un gruppo di lavoro congiunto tra la Squadra Mobile e la IV Zona-Polizia di Frontiera di Trieste è iniziata poco più di un anno fa nei pressi del confine italo-sloveno di Rabuiese, in seguito al fermo di un furgone con 14 immigrati, sedicenti stranieri di nazionalità afghana e pakistana, che ha consentito di trarre in arresto Slavu Ioan Stefan, Nica Paul e Metha Sunny, in qualità di favoreggiatori.

I primi riscontri dell'attività investigativa coordinata dal dott. Pietro Montrone, Pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, indicavano il coinvolgimento diretto nella vicenda di Zafar Raja Usman, dimorante nella provincia di Bergamo, il quale, insieme a Iqbal Zafar, ovvero per conto dello stesso, domiciliato nel bresciano, oltre ad organizzare i trasporti di migranti dalla Croazia e dalla Romania verso l'Italia, attraverso i valichi di confine siti in questa giurisdizione, provvedeva anche a "inviarli" verso Paesi del Nord Europa.

Il prosieguo dell'attività investigativa ha permesso di delineare l'organigramma del sodalizio criminale, alla luce del quale si è riusciti ad individuare e documentare svariati trasporti di migranti che hanno consentito il rintraccio di: 13 cittadini afghani, 3 cittadini somali, 1 cittadino eritreo, 3 cittadini siriani e 2 cittadini algerini, oltre al rintraccio di 11 migranti illegali (5 pakistani e 6 afghani), ospitati nell'abitazione di Iqbal Zafar, sita a Lumezzane (Brescia) e altri 4 afghani in procinto di essere trasferiti da Milano in Germania.

Oltre ai tre arresti iniziali, tale attività ha portato alla cattura, in flagranza di reato, di altre 10 persone tra romeni, afgani e albanesi che come manovalanza dell'organizzazione, operavano come passeur.

A margine dei risultati conseguiti si è riusciti, altresì, a ricostruire innumerevoli altri episodi analoghi, tra i quali il trasporto di 4 migranti, in realtà mai giunti in Italia in quanto fermati dalla Polizia Romena che arrestava i due favoreggiatori dietro l'organizzazione dello Zafar, lo Slavu, il Metha e l'IqbalL; nonché un trasporto di migranti, pianificato da Faghiri Ghajur e posto in essere dai due cittadini albanesi Leka Asllan e Rpari Luan.

È stato, inoltre, accertato che gli organizzatori, per attuare l'illecito traffico si servivano di "autisti", reperiti di volta in volta, secondo le esigenze di trasporto, sia in entrata che in uscita dal Territorio Nazionale, i quali, in rare occasioni, e solamente per i trasporti verso il nord Europa, si sono avvalsi anche di bus/furgoni "di linea" in partenza da città poste tra Milano e Verona.

È infine emerso che nelle città di Roma e Napoli, e dunque attraverso gli affiliati colà operanti, vengono "smistati" i migranti giunti in Italia attraverso frontiere del basso Adriatico, prevalentemente con destinazione Lombardia. La città di Udine emerge grazie al domicilio di due cittadini afgani (Faghiri e Ghassemi) che, in virtù della loro vicinanza ai confini italo/sloveni, molto hanno dato all'organizzazione in fatto di introduzione sul territorio nazionaledi cittadini extracomunitari.

Comune la destinazione, la Lombardia (in particolare nelle province di Bergamo e Brescia), da cui l'organizzazione si preoccupa poi del successivo trasferimento verso le mete finali, la Germania piuttosto che la Francia, la Norvegia piuttosto che la Danimarca o ancora Spagna, Belgio, Olanda, Regno Unito.

Significativi, nello svolgimento dell'indagine in questione, sono stati anche i contatti con le Polizie Croata e Slovena che hanno permesso di delineare l'attività del sodalizio propedeutica all'introduzione dei clandestini attraverso i valichi confinari siti in questa giurisdizione, ma anche in ambito europeo con la Polizia Tedesca, con la quale vi è stato un continuo scambio d'informazioni utili alle analoghe indagini in corso.

Alla luce di tale attività e scambio informativo si è potuto arrivare a delineare i 10 soggetti facenti parte dell'organizzazione criminale che pianificava i viaggi. Le vittime per poter giungere a destinazione pagavano dai 5.000 dollari ai 10.000 all'organizzazione, la quale minacciava i familiari rimasti nei Paesi di origini al fine che pagassero il prezzo del viaggio.

Durante l'indagine sono stati rintracciati più di 120 clandestini. Il GIP di Trieste ha emesso 10 ordinanze e 14 perquisizioni. Sono state eseguite 6 ordinanze, 14 perquisizione anche agli ulteriori 7 indagati per gli stessi reati.

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