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Cronaca

Troppo poveri per curarsi: succede a una famiglia su cinque

L'iniziativa del Banco Farmaceutico fino al 10 febbraio: una raccolta di farmaci per chi non riesce a pagarsi le cure mediche. Ne hanno beneficiato 400 famiglie triestine l'anno scorso e la città è tra le più 'generose' del paese. Intanto aumenta del 5% in Italia la povertà sanitaria. Konsumer: "Un circolo vizioso per la sanità pubblica"

Un quinto delle famiglie in Friuli Venezia Giulia e in Italia non riesce a curarsi perché non ha abbastanza soldi e vive sulla propria pelle la cosiddetta 'povertà farmaceutica'. Per questo, a Trieste come in tutto il paese, la Fondazione Banco Farmaceutico Onlus raccoglie farmaci destinati a questa fascia di popolazione. Nel 2019 oltre 400 famiglie triestine hanno avuto bisogno di questo aiuto e il numero arriva a 3000 in tutto il FVG. Fino al 10 febbraio chiunque potrà aderire all'iniziativa comprando medicine da banco per i meno fortunati in 27 farmacie nella provincia del capoluogo giuliano (qui l'elenco).

Leggero aumento a Trieste, peggio in Italia 

Il Banco Farmaceutico provvederà poi a distribuire i beni ad enti benefici del territorio, tra cui Caritas, Pro Senectute, Comunità di Sant'Egidio e Fondazione Luchetta, incaricate della distribuzione. Come spiega Domenico Venier, delegato territoriale della fondazione Banco Farmaceutico “a Trieste il fenomeno è sostanzialmente stabile ma in leggero aumento, gli enti ci hanno comunicato un fabbisogno di 5117 confezioni di farmaci nel 2019, a fronte di 5019 nel 2018. I triestini si sono dimostrati generosi e siamo riusciti a coprire il 40% del fabbisogno, mentre in alcune regioni non si arriva al 20%. Il FVG, inoltre, è tra le tre regioni più 'generose' insieme a Lombardia e Trentino”.

Un circolo vizioso

Secondo il settimo rapporto sulla povertà sanitaria, nell’ultimo anno sono state 473 mila le persone in Italia non in grado di coprire le spese per l’acquisto dei farmaci necessari a curarsi e gli enti hanno richiesto poco più di 1 milione di confezioni di medicinali, con una crescita del 4,8% rispetto all'anno precedente. Un altro dato inquietante è che la spesa farmaceutica non coperta dal Servizio sanitario nazionale, e quindi a carico delle famiglie, è passata nell’ultimo anno dal 37,3% al 40,3%.
Tutto ciò porta gli strati più poveri della popolazione a curarsi di meno (i meno abbienti spendono 128 euro l'anno per farmaci, esami e terapie, mentre la spesa media pro capite è di 816 euro). Questo porta a un circolo vizioso per cui il trascurare il proprio stato di salute porta a patologie più gravi che pesano molto di più sui conti della sanità pubblica. Quest'ultima, a sua volta, tende a coprire sempre meno le spese mediche della popolazione, e così via.

Quali farmaci si possono donare?

“Le persone che si rivolgono al Banco Farmaceutico – spiega Venier – sono per il 60% adulti, per il 27% bambini e per il 13% anziani. Raccogliamo solo farmaci da banco che non richiedono la prescrizione medica, soprattutto quelli per l'apparato respiratorio, antinfluenzali, antidolorifici e antinfiammatori. Per lo più prodotti per prevenire patologie 'd'inizio', che la persona povera tende a trascurare”

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L'associazione consumatori: "Non succede solo ai poveri"

I pazienti che non riescono a pagarsi le cure si rivolgono spesso anche alle associazioni consumatori. Secondo l'avvocato Augusto Truzzi, presidente di Konsumer e avvocato di ADOC “circa un centinaio di persone si rivolgono a noi ogni anno, spesso sono persone non povere in senso stretto e anche piuttosto acculturate, ma affette da malattie di vario tipo, anche e forse soprattutto rare che comportano cure a lungo termine e che vengono a chiedere aiuto perché non hanno l'esenzione. Spesso le procedure per richiederla sono un po' complesse e i criteri non sempre chiari, motivo per cui alcuni vengono da noi per ricevere assistenza”.

Secondo Truzzi “sempre più persone in Italia sperimentano la povertà sanitaria a causa della crisi economica ma anche del peggioramento degli standard sanitari in Italia: ora il nostro sistema sanitario è inferiore a diversi paesi UE, pur rimanendo in una fascia medio alta nel mondo mentre nei primi anni 2000 era al secondo posto in Europa. Bisogna ricordare che chi risparmia sulle cure, e quindi trascura le sue patologie, rischia di trovarsi con un problema di salute più grave, che alla sanità pubblica costa molto più rispetto alla sua prevenzione. È quindi nell'interesse del sistema sanitario pubblico sostenere le persone che non possono pagarsi le cure”.

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