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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Vendevano rilevatori del gas "obbligatori" ad anziani ma era una truffa: arrestata coppia di finti tecnici

Nei guai sono finiti un cittadino albanese di 32 anni ed un giovane italiano di 20 entrambi residenti nel Bresciano e che nell'estate del 2020 si sono resi protagonisti di alcune truffe commesse anche a Trieste

Nella calda estate del CoViD un 32enne di origini albanesi e un 20enne bresciano si erano inventati una vera e propria truffa con l'obiettivo di raggirare gli anziani in una vendita di rilevatori di gas "spacciati" per obbligatori. A distanza di qualche mese e dopo una complessa attività di indagine condotta dalla Polizia di Stato di Genova, la coppia del porta a porta che tra giugno ed agosto del 2020 aveva colpito anche in provincia di Trieste è finita in manette. Gli episodi registrati nel capoluogo giuliano, ma anche in quello ligure, a Torino e Piacenza, secondo quanto riferito a TriestePrima dal Commissariato di Prè (che ha portato avanti l'attività investigativa ndr), rappresenterebbero solamente la punta dell'iceberg di una truffa ai danni di moltissime persone residenti nel nord Italia. Sugli sviluppi futuri regna infatti il massimo riserbo.  

I due arrestati

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa a carico di un 32enne albanese, pregiudicato, con l'accusa di truffa pluriaggravata in concorso con un giovane italiano di 20 anni che è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza e di permanenza serale/notturna presso la propria abitazione, con annesso obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. Entrambi sono residenti in provincia di Brescia.  

Il modus operandi

La banda senza scrupoli si presentava davanti alla porta delle abitazioni di persone anziane con la scusa di aver affisso un avviso sul portone d'entrata del condominio. "Vendendo" l'obbligatorietà del dispositivo, riuscivano quindi ad introdursi in casa e a farsi consegnare la carta di credito che mettevano in funzione grazie ad un pos portatile. Gli strumenti, aventi un valore di mercato pari a non più di 20 euro, riuscivano ad essere venduti anche a migliaia di euro. Un vero e proprio raggiro che maturava attraverso una strategia ben definita: era il 32enne di origini albanesi ad occuparsi della scelta delle vittime che, con scaltrezza e abilità di linguaggio, riusciva ad indurre gli anziani nel timore ed approfittando delle loro difficoltà visive, digitava sul pos una cifra molto più alta rispetto al prezzo pattuito (anche di dieci volte superiore). 

Una badante scopre la truffa e partono le indagini

La truffa però è stata scoperta dalla badante di una vittima, un uomo di 82 anni residente in provincia di Genova. Proprio in questa occasione, lo stesso giovane albanese aveva reagito in malo modo ed era passato alle minacce nei confronti dell'assistente dell'anziano. Dopo i necessari contatti tra le vittime e le forze dell'ordine, i rilievi della Polizia Scientifica di Genova hanno quindi avviato la giusta pista investigativa trovando un’impronta che il 32enne aveva lasciato su un rilevatore di gas. La collaborazione delle vittime attraverso dettagliate descrizioni di particolari come un piercing vicino all'occhio ed un tatuaggio con la scritta FREEDOM, hanno permesso l'individuazione del criminale ed il conseguente ampliamento delle indagini anche ad altre regioni. 

I legami del sodalizio criminale

Fondamentale si è rivelata poi l’analisi dei vari tabulati telefonici che ha permesso di ricostruire i legami tra l’albanese e il suo complice italiano, evidenziandone i fitti contatti e localizzandoli fisicamente proprio sui luoghi e negli orari in cui venivano perpetrate le diverse truffe. "Da ulteriori accertamenti - si legge nella nota della questura del capoluogo ligure - è risultato che il titolare della ditta fittizia per cui lavorava il 38enne, fosse proprio il suo “collega” italiano che metteva a disposizione del complice i mezzi per poter raggirare le anziane vittime (il pos e la propria utenza cellulare), percependo sul suo conto gli enormi introiti economici che tale operosa attività illecita produceva". 

Gli sviluppi delle indagini

Dalle indagini è emerso che i due malviventi si sono resi protagonisti anche di altre truffe commesse nel nord Italia durante il 2020. Sono in corso valutazioni da parte dell'autorità giudiziaria. Non è escluso che nei prossimi giorni emergano ulteriori dettagli in relazione alle truffe commesse ai danni degli anziani residenti nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. 

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