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Cronaca

"Incontriamoci oltre gli odi del passato", da Trieste una lettera aperta ai cittadini di Fiume

A scriverlo sono i giovani del collettivo Tryeste: "Siamo convinti che le nostre città, Trieste/Trst/Triest e Rijeka/Fiume, non siano solo italiane ma anche slave, germaniche, ungheresi e levantine". Partita una raccolta firme online

La statua in onore di D'Annunzio, la sua inaugurazione nel giorno dell'impresa di Fiume, la dura reazione del governo croato per arrivare infine alle più classiche polemiche da confine orientale. L'operazione voluta fortemente dalla Giunta Dipiazza per celebrare uno dei personaggi più controversi della storia novecentesca italiana - apprezzato soprattutto per la sua indiscutibile produzione letteraria - ha tenuto banco nei giorni scorsi e ha provocato reazioni tra le più diverse nel più classico dei "parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli".

Se da un lato infatti l'operazione ha riscosso l'approvazione da parte degli ambienti del centrodestra - più in generale delle destre legate alla figura del Vate e al suo irredentismo - dalle opposizioni sono scattate quindi le dure critiche, tra le quali anche quella del collettivo Tryeste che ha preso posizione nel dibattito con una lettera indirizzata soprattutto ai giovani concittadini del capoluogo quarnerino. 

I punti salienti

"Vi scriviamo questa lettera aperta innanzitutto per condividere con voi il nostro sconcerto e la nostra rabbia" si legge nelle prime righe del testo pubblicato sia sulla pagina Facebook che sul sito del collettivo. "Negli ultimi mesi una escalation continua di parole e atti da parte di chi amministra la nostra città ha riportato indietro le lancette della storia a quando i nostri popoli erano spinti ad odiarsi. Noi, che siamo nate/i tardi per vivere sulla nostra pelle le peggiori pagine di questa storia, sappiamo tuttavia quanto dolore, lacerazione, impoverimento abbiano portato questi conflitti nelle nostre terre, e non vogliamo, per nessuna ragione, tornare indietro". 

A finire sul banco degli imputati è anche la mostra Disobbedisco. "La mostra allestita a Trieste, così come l'erezione di una statua dedicata al capo di quella spedizione - costate 382.000 € di fondi pubblici - sono state in un primo momento giustificate in maniera goffa celandosi dietro ai meriti letterari di D'Annunzio. Una scusa debole che il 12 settembre è definitivamente cascata, nel momento in cui l'assessora all'Educazione del Comune di Trieste, Angela Brandi, ha pubblicamente dichiarato che l'inaugurazione della statua era legata alla celebrazione di "Fiume città italiana".

"Noi, in effetti, siamo convinti che le nostre città, Trieste/Trst/Triest e Rijeka/Fiume, non siano solo italiane; ma anche slave, germaniche, ungheresi, levantine, e via dicendo. Non possono essere storicamente associabili esclusivamente a una nazionalità perché sono state la casa, il porto sicuro, il luogo degli affetti, delle fortune economiche, delle lotte per l’emancipazione di tante persone dalle diverse lingue, culture, storie, religioni, tradizioni" così la seconda parte della nota.

Infine un richiamo agli appuntamenti internazionali che saranno di scena nelle due città nel 2020. "Il prossimo anno Trieste sarà Capitale Europea della Scienza e Rijeka sarà Capitale Europea della Cultura - così sempre la nota di Tryeste -; questo è dunque anche un invito: visitate Trieste e scoprirete che le persone che la abitano sono mediamente molto migliori di chi temporaneamente sta amministrando la città".

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