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Tryeste: "Lavoratori dei musei pagati 4,20 euro all'ora", Rossi: "M'informerò"

Questa mattina di fronte ai musei di Storia Naturale e del de Henriquez è andata in scena una protesta organizzata dal collettivo Tryeste. "Chiediamo al Comune di intervenire urgentemente". L'assessore alla Cultura: "La materia degli appalti non è di diretta competenza, ma sono solidale con i lavoratori"

"Nelle scorse settimane siamo stati contattati da alcune operatrici e operatori museali che ci hanno raccontato delle loro condizioni lavorative. Abbiamo deciso insieme di mobilitarci per denunciare la loro condizione e chiedere al Comune di intervenire urgentemente". Il collettivo Tryeste questa mattina ha messo in scena una protesta davanti all'entrata dei musei De Henriquez e di Storia Naturale di via Cumano, nel rione di Montebello. 

"Le persone che accolgono i visitatori, staccano i biglietti, rispondono alle domande relative alle esposizioni presenti e si occupano della sicurezza interna sono pagate attorno ai 4,20 euro all'ora" così nella nota ufficiale. "Negli ultimi anni, passando da un appalto all'altro, il salario degli operatori di questi musei è passato da 9 euro all'ora ai 4,20 euro all'ora, facendo segnare un meno 53,3 per cento".

Secondo Tryeste tutto ciò sarebbe da ascrivere alla "logica degli appalti al massimo ribasso con i quali il Comune affida tale servizio ad aziende che tagliano sul costo del lavoro, inquadrando prevalentemente i lavoratori con contratti a chiamata - nonostante siano incardinati su turni rigidi - e con mansioni che, di fatto, non corrispondono a quelle effettivamente svolte". I musei dove secodo Tryeste emergerebbe questa situazione, sarebbero "i due dove ci troviamo oggi, più il Museo orientale e la Centrale Idrodinamica". 

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Il collettivo ha puntato il dito anche contro "l'entusiasmo su "Trieste città turistica". "In settori privati come la ristorazione e i bar - così la nota - è ampiamente diffuso il lavoro in nero e in grigio, senza tutele e diritti e con salari miseri. In questo modo, a guadagnare dalla presenza crescente di turisti in città sono sempre i pochi, soliti noti". 

Il portavoce del collettivo, Riccardo Laterza ha affermato che "i lavoratori non possono esporsi pubblicamente ma c'hanno chiesto di dargli una mano per rendere conto alla città delle condizioni nelle quali sono costretti a lavorare. Il salario che percepiscono, oltre a non permettere ai lavoratori di costruirsi una vita decente e di avere un minimo di prospettiva, non corrisponde neanche alle vere mansioni che questi operatori sono chiamati a svolgere". 

"Inquadrati come servizio di guardiania"

Secondo Laterza "sono inquadrati come servizio di guardiania e invece sono dei veri e propri operatori museali. Addirittura nell'appalto che il Comune ha bandito per la gestione di questi musei, ci sono dei requisiti di qualifica alta: è richiesta la laurea, la conoscenza di lingue straniere, la conoscenza della storia della città e dei contenuti del museo nel quale si lavora, quindi di fatto sono operatori museali". 

"Alcuni hanno anche responsabilità contabili o amministrative e però sono tutte mansioni che non corrispondono al loro inquadramento contrattuale. Parliamo di una ventina di lavoratori - ha continuato il portavoce del collettivo - che, nella maggior parte dei casi è inquadrata con un contratto a chiamata nonostante abbia dei veri e propri turni da rispettare nel corso del mese". 

"Fissare delle clausole sociali al prossimo appalto"

"I musei sono patrimonio pubblico ed è quindi un problema che riguarda tutta la città. La politica dovrebbe essere molto più attenta a cosa si cela dietro questo entusiasmo e alla crescita turistica. Ci sono lavori pagati male e precari. La ditta che gestisce questi musei è Europromos - afferma Laterza - e siamo qui per sensibilizzare chi sta visitando i musei ma soprattutto per chiedere all'amministrazione di rendere conto di questa situazione, affinché fin da subito si prendano dei provvedimenti necessari perché cambi, ma in particolare perché alla prossima scadenza dell'appalto che sarà nel 2020, si fissino delle clausole sociali che impediscano una situazione del genere. Lo diciamo in particolare all'assessore Rossi al quale facciamo gli auguri per la nuova delega al Turismo, quindi ci pare sia pienamente in titolo per esprimersi in questa questione". 

La risposta dell'assessore Rossi

L'assessore alla Cultura del Comune di Trieste raggiunto telefonicamente ha espresso la "massima solidarietà e senso di partecipazione nei confronti di questi lavoratori. Anche se non la materia non viene trattata direttamente dall'assessorato perché non fa parte delle procedure tecniche, mi informerò sul caso. E' un problema, quello della precarietà del lavoro che denota un'assoluta mancanza di rispetto per i lavoratori, che in molti casi con salari del genere non sono nelle condizioni di accendere un mutuo, né tantomeno per mettere su famiglia". 

TriestePrima rimane a disposizione per la pubblicazione di una nota della cooperativa. 

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