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Cronaca

Prevenzione del tumore alla mammella, il grande progetto europeo con Trieste in prima fila

Promosso dalla Commissione Europea, in Belgio, Francia, Israele, Italia e Regno Unito 85000 donne parteciperanno a questa iniziativa. Coinvolta anche la Struttura Complessa di Radiologia Diagnostica e Interventistica di Asugi

La battaglia contro il tumore alla mammella passa anche attraverso la prevenzione e Trieste è in prima fila in questa lotta.My Personal Breast Screening (MyPeBS) è uno studio europeo che si propone di valutare lo screening mammografico nell’ottica di una effettiva personalizzazione dello stesso. L’importante progetto di ricerca è  promosso dalla Commissione Europea e vede il coinvolgimento di più Paesi: secondo il programma concordato Belgio, Francia, Israele, Italia e Regno Unito porteranno ben 85000 donne a partecipare a questa iniziativa, sotto la supervisione dei più qualificati conoscitori ed esperti  nel campo della prevenzione del tumore della mammella.

Se attualmente l’età costituisce il principale criterio di riferimento nella valutazione di quali pazienti sottoporre all’indagine mammografica, lo studio in questione si propone di cambiare la strategia per giungere ad una vera e propria personalizzazione del percorso preventivo. In tal senso da un punto di vista operativo  al precedente protocollo di screening, si aggiungono ulteriori importanti elementi quali una anamnesi più completa, sia personale sia familiare, della paziente, la  valutazione della densità mammaria e da ultimo, non certo come rilevanza, la valutazione di profili genetici rilevabili attraverso  analisi del DNA ottenuta da un campione di saliva della paziente.

In Italia i centri coinvolti saranno 10 e tra questi è presente la Struttura Complessa di Radiologia Diagnostica e Interventistica di ASUGI. Responsabile del progetto internazionale MyPeBS per Trieste è la dottoressa Maura Tonutti, radiologa senologa della S.C. di Radiologia Diagnostica e Interventistica diretta dalla professoressa Maria Assunta Cova e referente radiologa della Breast Unit di ASUGI diretta dalla professoressa Marina Bortul. La partecipazione al progetto vede l’inserimento di tutte quelle donne che scelgono volontariamente di aderirvi: quindi una sorta di “arruolamento”, liberamente accettato, dopo adeguata informazione, da parte di pazienti che abbiano compiuto almeno 45 anni di età e non abbiano più di 70 anni. 

Anche se negli ultimi mesi le vicende connesse alla gestione del Covid - 19 hanno, di fatto, inciso negativamente sulla gestione delle altre patologie, adesso è importante che, stante la rilevanza del progetto e della patologia su cui lo stesso interviene, si proceda alla realizzazione dello stesso informando la cittadinanza dell’attività che vede coinvolta l’Azienda Sanitaria della nostra città. Il video illustrativo del progetto è visibile a questo link.

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