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Mega yacht di oligarchi, petrolio e cargo dai porti ucraini: tra Trieste e il Mar Nero gli affari vanno avanti

Lo yacht che da metà gennaio è in bacino è quello di proprietà di Andrej Melnichenko, tra gli oligarchi russi più importanti con interessi nel campo del carbone e dei fertilizzanti. Tra il terminal Siot e gli scali di Capodistria e Fiume, ecco come il commercio tra il mare Adriatico e le zone di guerra non si ferma

Nella lista di oligarchi a cui Londra ha congelato i patrimoni per il momento non c'è ed il suo mega yacht che da metà gennaio è in rimessaggio dentro l'Arsenale del porto di Trieste può dormire sonni tranquilli. Andrej Melnichenko è tra gli uomini più ricchi al mondo e lo scorso giovedì 24 febbraio è stato convocato, assieme a decine di magnati russi, a Mosca dal presidente Vladimir Putin. L'Occidente ha inflitto durissime sanzioni e la guerra espone gli affari dei fedelissimi di Putin a rischi altissimi. Gli interessi economici e finanziari dietro questo conflitto non si contano e c'è chi ha già iniziato a muovere le sue pedine. Se le immagini che provengono dal fronte ucraino raccontano il dramma dei profughi e le azioni belliche, il risiko mondiale ha di fatto provocato le contromisure che le forze Nato, in un anacronistico déjà vu da Guerra fredda, hanno innescato così da isolare Mosca dal resto del mondo. 

Nessun rischio di congelamento, al momento

In una storia di spionaggio il triangolo Trieste-Mosca-Londra potrebbe risultare particolarmente affascinante ma la verità è che al momento la sua capacità di incidere sul racconto di ciò che sta accadendo tra Kiev ed il Donbass è pressoché inesistente. Solo il precipitare degli eventi e la chirurgica operazione di accerchiamento messa in campo dall'asse Washington-Bruxelles (con Downing Street in prima linea) potrebbe andare ad allungare la lista dei nemici da colpire. E sì, in quel caso, il mega yacht ormeggiato a due passi dalla torre del Lloyd (SY A, questo il suo nome) potrebbe rischiare di finire nel calderone del conflitto. Al momento, però, all'orizzonte non sembra esserci alcun rischio per l'imbarcazione, né per l'oligarca di sangue bielorusso.       

In fumo 39 miliardi di dollari in un giorno

Lo yacht a vela più grande al mondo è in bacino a Trieste da circa un mese e mezzo per sottoporsi ad un rimessaggio operato da Fincantieri sul quale, neanche a dirlo, vige il massimo riserbo. La fortuna di Melnichenko - che festeggerà il suo cinquantesimo compleanno tra poco più di una settimana - proviene dalla Suek, società con interessi nell'energia e nel carbone, oltre al patrimonio proveniente dalla Eurochem, leader nella produzione ed esportazione di fertilizzanti. Nei giorni scorsi Bloomberg ha passato al setaccio le oscillazioni finanziarie che hanno interessato l'oligarchia putiniana nel giorno della dichiarazione di guerra. Il risultato è stato catastrofico. Sui mercati internazionali la perdita è stata pari a 39 miliardi di dollari. In quella lista pubblicata dalla multinazionale statunitense, l'unico a non perderci niente è stato proprio Melnichenko. 

Gli affari sono affari 

Gli affari tra l'Adriatico e il Mar Nero però, in questa fase del conflitto, non sembrano fermarsi. Il super yacht non è infatti l'unica imbarcazione russa (o proveniente dal Mar Nero controllato da Mosca) che si trova nel golfo di Trieste. Proprio il giorno in cui Putin tranquillizzava i suoi oligarchi, partita da Kavkaz arrivava nelle acque triestine la Astrol 5. Nave cargo da oltre 8000 tonnellate e al momento all'ancora, è simile alla Ugah Confidence, cargo da poco meno di 6000 tonnelate giunta invece a Capodistria, il 23 febbraio. Sempre nello scalo istriano, il 25 febbraio ha attraccato la Volaris 55, nave russa proveniente dallo stretto di Kerch, tra il Mar Nero e il Mar d'Azov. In quell'area si trovano molti terminal petroliferi da dove partono numerose petroliere dirette ai terminal gestiti dalla Tal-Siot. 

Iridescent, arriva la petroliera dal Mar Nero

Proprio nella giornata di oggi 27 febbraio dal porto di Novorossiysk è giunta la Iridiscent, petroliera partita dal Mar Nero lo scorso 10 febbraio. Attraversando le acque internazionali ed arrivando nel porto di Fiume (in Croazia) ecco che troviamo la nave cargo Professor Katsman. Salpata dal porto di Yeysk (a due passi da Rostov), prima di arrivare nello scalo quarnerino la nave da 5500 tonnellate ha attraccato anche a Porto Nogaro, in Friuli, dal 22 al 24 febbraio. Al largo di Pola invece viaggia la Aleksey Afanasyev, altra nave cargo e proveniente sempre dallo stretto di Kerch. Domani 28 febbraio è attesa in porto anche la Petrobulk 1, nave cargo partita lo scorso 14 febbraio da Mariupol, città sotto assedio, ed al momento in navigazione al largo dell'isola di Curzola. La petroliera Adygeya (batte bandiera liberiana e proveniente sempre da Novorossiysk) è attesa invece a Trieste giovedì 3 marzo.  

Da una parte i profughi, dall'altra gli affari

Nel giorno in cui al confine tra Slovenia e Italia (al valico di Fernetti ndr) è arrivato il primo pullman carico di profughi disperatamente in fuga dalle zone di guerra e il conflitto non tende a spegnersi, il traffico marittimo e gli interessi economici tra l'Italia e le coste del Mar Nero non si fermano.   

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