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Il dramma dei profughi / Altopiano Carsico / Località Fernetti

Donne e bambini in fuga dalle bombe, migliaia di profughi in transito a Fernetti

Al valico di Fernetti il flusso di pullman e macchine private è continuo. Negli ultimi giorni sono state una settantina le persone che hanno espresso il desiderio di rimanere in Friuli Venezia Giulia. La prefettura mette in moto la macchina degli aiuti

È un flusso continuo di donne e bambini in fuga dalle bombe quello che a bordo di qualsiasi mezzo transita lungo l’ex valico di Fernetti, a due passi da Trieste. L'attacco militare che ha trasformato l’Ucraina in un inimmaginabile teatro di guerra, con il conflitto giunto ormai al suo settimo giorno, provoca strascichi anche sulla frontiera orientale. Da Kiev e da tutto il paese le colonne di profughi non si contano. Da quando è scoppiato il conflitto al confine tra Italia e Slovenia si sono presentate circa 3000 persone. Di queste, 70 hanno espresso il desiderio di rimanere in Friuli Venezia Giulia mentre solo due sono state le persone che hanno richiesto protezione internazionale. 

Pullman a ripetizione

A Fernetti l’atmosfera è un’altalena di emozioni. C’è chi piange, chi guarda i bambini giocare, gli unici forse a non sentire la fatica di un viaggio estenuante. “Sto raggiungendo mio figlio che vive in Italia – racconta Olena – sono scappata da Odessa, eravamo sotto le bombe, siamo fuggiti in auto”. Da lì sono riusciti ad entrare in Moldavia, da dove ha preso un autobus per il nostro paese. I pullman arrivano a ripetizione. Il personale della Polizia di Frontiera è affiancato dai militari dell’esercito. Il lavoro di controllo è lunghissimo, vanno esaminati tutti i passaporti. “Per fortuna che oggi non sono stati rintracciati migranti, altrimenti non so come avremmo potuto far tutto” racconta un poliziotto.

Gli occhi dei bambini

Gli occhi preoccupati delle donne si mischiano alla spensieratezza dei bambini. Quando scendono si tengono per mano. Una madre tiene in braccio una bimba. Avrà sì e no qualche settimana. Il flusso è impressionante. Si parla di decine di pullman pieni. Centinaia, migliaia di persone passate da quando l’aggressione militare è iniziata, innescando la grande fuga. “Arrivano con ogni mezzo – racconta un poliziotto – macchine private, ma soprattutto autobus”. Di notte, di giorno, ad ogni ora. In Ucraina la situazione appare fuori controllo. Putin è sempre più intenzionato a siedersi al tavolo della seconda tornata di negoziati con il fucile puntato. Gli ucraini non ci stanno e si dicono pronti a resistere. Gli uomini tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il paese. Fuggono donne e bambini. 

L'incontro in Prefettura 

Durante la riunione convocata questa mattina a Trieste è stata affrontata anche l'esigenza dello screening sanitario di tutti i cittadini ucraini che intendono stabilirsi in regione e per il quale sarà individuato un percorso specifico. "È stata sottolineata la necessità di un coinvolgimento dei sindaci - così la nota ufficiale - sia nella individuazione di strutture per l’accoglienza sia nelle attività di raccordo delle iniziative spontanee di solidarietà". Infine, ai valichi di Fernetti e di Tarvisio (Udine) è stato concordato di istituire posti di ristoro alla frontiera che saranno organizzati dalla protezione civile regionale. 

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