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Il viaggio della solidarietà

Una solidarietà lunga 2400 km: il viaggio di tre triestini per salvare i profughi ucraini

Luca, Fabio e Marius sono partiti venerdì sera da Borgo San Sergio per dare un aiuto concreto alle vittime della guerra e portare in salvo oltre 40 persone, tra cui poco meno di 30 bambini

Dopo circa 2400 chilometri, un giorno di viaggio e 72 ore senza sonno Luca Vesnaver, Marius Cuc e Fabio P., sono tornati a casa dopo aver portato i loro furgoni pieni di solidarietà in Ucraina. I tre angeli triestini non sono però tornati a mani vuote: hanno tratto in salvo 14 persone ed altri 27 bambini orfani, grazie al loro interessamento, stanno ora arrivando in Italia.

Il viaggio e l'arrivo a Shehyni

I tre sono partiti venerdì sera alla volta della città di Leopoli (in Ucraina, non distante dal confine polacco) ma nel corso del viaggio hanno cambiato meta e si sono diretti a Shehyni, un villaggio nell'ovest dell'Ucraina, per poter raggiungere una donna con due figli, rispettivamente di 5 e 12 anni, che per tre giorni hanno dormito per strada al gelo. 



Da Shehyni e per ben altri 15 km è pieno di profughi ucraini, ci spiegano. Arrivano da tutta l'Ucraina. Molti dopo un lungo cammino. Sono tanti, per lo più donne e bambini. Dormono nei gazebi o per strada, con temperature che scendono quasi sempre sotto lo zero. Per cucinare e per scaldarsi utilizzano vecchi fusti di olio dove accendono dei fuochi. Accolgono chi arriva con un pasto caldo e l'amore, quello sì, non manca mai. Ciò che manca sono medicine e acqua. Sopra le loro teste volano elicotteri e in maniera improvvisa si sollevano enormi nuvole di fumo nero distanti alcuni chilometri dal villaggio. "Ho avuto paura", ci racconta Luca.

"Eroi"

A Shehyni ai bambini non è concesso essere tali. "Se ne stanno immobili accanto alle loro madri con gli occhi sbarrati. Non puoi nascondergli l'orrore della guerra". Fortunatamente non è mancato qualche sorriso: "Quando siamo arrivati ci hanno accolto come degli eroi. Anche in superstrada ci hanno dimostrato la loro riconoscenza: le auto ci superavano, mettevano le quattro frecce e ci salutavano con grande fervore. E' stato davvero un'emozione unica". 

Il viaggio dei tre angeli verso l'Ucraina: l'arrivo a Shehyni



Sui mezzi che i tre hanno guidato per giorni sono riuscite a salire 14 persone: "Dopo qualche minuto si sono addormentate - spiega Marius -. Erano finalmente al sicuro e, soprattutto, al caldo". "Alcune situazioni non puoi capirle se non le vivi - aggiungono Luca e Fabio con le lacrime - ma se vedessi le persone che sono tornate in Italia con noi, non diresti mai che sono scappate da una guerra. La loro voglia di vivere, il loro amore per il prossimo sono troppo forti".

Il viaggio di tre angeli in Ucraina: l'arrivo a Fernetti

L'arrivo a Fernetti

Arrivati a Fernetti ci sono stati abbracci e baci. "Purtroppo alcuni dei passeggeri non avevano il Green pass - spiegano - Li abbiamo sistemati in un albergo dove resteranno fino al termine della quarantena. Chi invece è riuscito a proseguire ha raggiunto parenti e amici. Stanno tutti bene". Un commento l'ha voluto fare anche A.N., l'imprenditore misterioso che ha reso possibile la missione umanitaria: "L'iniziativa è stata organizzata in maniera autonoma e indipendente, eccetto l'interlocuzione con l'Unità di Crisi del Consolato ucraino di Padova (HOPE) che coordina i rifugiati sul territorio nazionale e che fornisce il proprio aiuto alle persone cha attualmente cercando di uscire dall'Ucraina". Oltre al coordinamento dei rifugiati, l'Unità di Crisi si occupa di trasporto di aiuti umanitari. "Desidero ringraziare la Polizia e l'esercito per il loro eccezionale lavoro - ha concluso A.N. -. Dispiace notare la poca efficienza dell'UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e dell'Unicef". "Un doveroso ringraziamento va anche a Luciano Antonini e il sig. Walter, altri due angeli e naturalmente A.N., il cui apporto è stato essenziale" hanno aggiunto Luca, Marius e Fabio.

Una nuova partenza

Il grande cuore degli angeli triestini però non conosce confini e limiti e sono pronti per un altro viaggio. Questa volta si addentreranno nel cuore della guerra per salvare altri bambini: "Siamo pronti e determinati. Giovedì si parte".

(continua)

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