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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Universitari Stranieri: non a Casa mia - la Replica di un Proprietario

A seguito dei nostri articoli relativi agli annunci "selettivi" inerenti l'affitto di appartamenti a studenti universitari riceviamo una prima replica ad un nostro articolo che naturalmente pubblichiamo: Spett.le Redazione triesteprima.itAlla...

A seguito dei nostri articoli relativi agli annunci "selettivi" inerenti l'affitto di appartamenti a studenti universitari riceviamo una prima replica ad un nostro articolo che naturalmente pubblichiamo:

Spett.le Redazione triesteprima.it
Alla cortese attenzione del direttore Giovanni Ianesich
Le invio questa mia a mezzo mail poiché supera i 1000 caratteri previsti dal Vs form.
Con preghiera di pubblicazione
Sono l'intervistato del Vostro articolo "UNIVERSITARI STRANIERI: NON IN CASA MIA".
Vorrei precisare alcune cose che non sono state riportate correttamente dal vostro collaboratore.
Diverse abitudini ed orari .
Orari: mai parlato è un invenzione dell'intervistatore: orari diversi sono il massimo per l'uso dei bagni e della cucina.

Abitudini: si liquida con una parola l'ottanta per cento del contenuto della mia intervista mentre io ho parlato delle diverse abitudini alimentari ed igieniche di persone in coabitazione.In passato abbiamo avuto sia inquilini provenienti dal nostro sud (Sicilia), che stranieri (serbi).
Il siciliano -persona squisita ed educatissima-ogni volta che andava a casa, al ritorno si portava due/tre chilogrammi di aglio del suo paese perché il nostro non è buono come quello siculo e nei primi, secondi e contorni dei suoi pasti non mancava mai.
Il serbo invece aveva come base delle sue creazioni culinarie quantità galattiche di cipolla.
Malgrado la formula di affitto TUTTO COMPRESO il siciliano era molto parco nei consumi di acqua (sicuramente una sua abitudine connaturata data la scarsità d'acqua al suo paese) e rarissime volte faceva la doccia. Quando anche riuscivano a fargliela fare, non cambiava la biancheria.
Il serbo: ogni esame andato bene, una festa con canti e schiamazzi fino a tarda ora; ogni esame andato male (la maggior parte) una festa di consolazione. Il nostro appartamento era diventato una dependance di piazza Garibaldi.
Ed un gran via vai di serbi a pranzo ed a cena (naturalmente a base di cipolla).
Non vi dico dei problemi con il condominio e talvolta anche con la Benemerita, ma soprattutto delle rimostranze dei genitori dei tre ragazzi di Conegliano venuti a Trieste per studiare.
Ribadisco ancora una volta che affittando un appartamento separatamente a più persone, queste devono essere di usi e abitudini più omogenei possibile per una tranquilla convivenza.
Oggi nel nostro appartamento vivono quattro ragazzi/e cividalesi e, viste le passate esperienze, il quinto che sto cercando in questo caso, è friulano o veneto perché alle loro famiglie che spendono fior di soldi per mantenerli a Trieste per studiare, io devo garantire una grande serenità anche applicando la massima, mio malgrado, STUDENTI E BUOI DEI PAESI TUOI.
Per finire Il sarcasmo gratuito del vostro collaboratore che ha troncato il nostro colloquio chiudendomi il telefono quando si è reso conto che gli era sfumata una gustosa storiella di razzismo.
Egli non sapendo come chiudere la panzana sugli studenti "stranieri" finisce anche per inventare una presunta "difficile convivenza" dei miei figli all'estero.
I miei figli sono all'estero per lavoro e non coabitano né con triestini, né con altri perché la casa se la sono comperata lavorando con stranieri di tutte le nazionalità e non rimanendo a Trieste a piangersi addosso facendo i precari.
E tanto per chiudere il velato discorso "razzismo", che nella mia famiglia non ha mai trovato posto, sappiate che mia nuora, dipendente ONU, lavora a Gaza -sotto le bombe- dove si occupa dell'assistenza ai bambini palestinesi mentre mio figlio lavora a Tel Aviv in una finanziaria multinazionale dove è l'unico italiano con colleghi di tante nazionalità.

Cordiali saluti,

LETTERA FRIMATA

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