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La proposta

Ursus al posto della Tripcovich, la proposta per una tour Eiffel alla triestina

Molti anni fa fu l'ex assessore Paolo Rovis ad affibbiare il nomignolo al vecchio pontone d'epoca asburgica. Oggi è la Guardia costiera ausiliaria a rilanciare la proposta, suggerendo la collocazione all'ingresso della città e a due passi da porto vecchio. "Va salvato". L'ombra delle gare andate deserte. Sulla vicenda ballano oltre 4 milioni di euro di finanziamenti

TRIESTE - "Non è una boutade, l'Ursus al posto della sala Tripcovich potrebbe diventare una sorta di tour Eiffel triestina". Dice di crederci "tantissimo" Fabio Pertot, presidente della Guardia costiera ausiliaria del Friuli Venezia Giulia che, attraverso un comunicato stampa annuncia una proposta che, ove e quando fosse fatta propria dalle istituzioni, potrebbe finalmente ridare un ruolo al vecchio pontone asburgico. Al di là del copyright (fu l'ex assessore Paolo Rovis, all'epoca, a proporre la similitudine parigina), l'idea stuzzica gli addetti ai lavori. Di mezzo, tuttavia, c'è un mare non particolarmente calmo. La prima complicazione (e forse la più impattante), è quella riferita alle gare, volte al suo intervento di recupero ed andate deserte. Ballano più o meno quattro milioni e mezzo di euro di finanziamento, nella vicenda. La gru più amata dai triestini è ferma in Arsenale da tempo, in una impasse che sembra non volersi sbloccare. 

Molti anni fa erano stati gli stessi responsabili della Gca ad averlo ottenuto in regalo dalla Fincantieri; successivamente la Gca lo aveva donato all'Autorità portuale di Trieste "per un suo recupero e restauro in seguito a contributo concesso dallo Stato" (3,5 milioni di euro dalla Regione, attraverso un finanziamento statale). Oggi però l'Ursus, dopo fantasmagorici annunci e idee tra lo strampalato e l'irrealizzabile, è al palo. "Rappresenta un vanto per la nostra città - ricorda Pertot -, in quanto progettato e realizzato interamente da maestranze triestine, ad inizio Novecento". Capace di sollevare 300 tonnellate, l'Ursus entrò in attività nel lontano 1921. "La città non può rinunciare a uno dei suoi reperti storici più importanti - continua - che potrebbe, raccontando la sua storia, assurgere a simbolo della rinascita del porto vecchio".  

Per questioni tecniche (ed anche perché in combutta con la bora ha già tentato la fuga un paio di volte), in tanti sono convinti che bisognerebbe metterlo a terra. Collocarlo dove un tempo sorgeva la Tripcovich, per Pertot sarebbe "un bel biglietto da visita per chi arriva in città, destinato anche a offrire, quando poi sarà dotato di un ascensore, un panorama che abbraccia da una parte la città e dall’altra il Porto Vecchio e l’intero Golfo triestino". Insomma, un recupero a fini turistici, quello proposto dalla Gca. "Salvarlo - dice Roberto De Gioia, vicepresidente - è quindi un dovere da parte della città e quella che si merita ora è una sede prestigiosa”. Sul futuro del pontone in realtà, oltre a sperare nei prossimi bandi, balla una questione non di poco conto. Una volta individuata la sua collocazione geografica, l'Ursus va fatto uscire dal porto e condotto a destinazione. Una operazione realizzabile, certamente, ma non così semplice. 

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