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Writer 14enne multato, pugno duro di Cosolini: «Ma non demonizziamolo»

Il sindaco di Trieste torna sulla discussa multa da 1000 euro che dovranno pagare i genitori e chiarisce alcuni punti: «Se accade lo di deve fare, certo senza alcuna gioia: prima la multa di 50 euro era ridicola»

«Il post sottostante (quello in cui veniva annunciata la multa di 1000 euro per un 14enne sorpreso dalla Polizia Locale mentre stava imbrattando un portone, ndr)  ha avuto tantissimi consensi e anche molta discussione». Il sindaco Roberto Cosolini è voluto tornare sul fatto di cronaca che ha diviso appunto l'opinione pubblica: infatti se in molti hanno ritenuto la punizione più che giusta (o addirittura chiedevano una maggiore condanna), altri l'hanno criticata, ritenendola una punizione più per i genitori e hanno proposto pene alternative come i lavori socialmente utili.

«Voglio chiarire un paio di aspetti - ha scritto sempre su Facebook Cosolini -: innanzitutto non c'è alcuna gioia particolare nel beccare proprio un 14enne e nel multare perciò pesantemente la sua famiglia. Però quando la multa per scritte e imbrattamenti era a 50 euro tutti la consideravano ridicola e dicevano che andava di molto appesantita visto anche il danno materiale degli imbrattamenti... Abbiamo cambiato idea? Oppure pensiamo che la polizia locale possa diversificarla in base a età di chi ha imbrattato, grandezza della scritta, condizione economica della famiglia ecc...? È chiaro che non esiste! La multa o è di 50, o di 100, o 200,o di 1000 e quella si applica. Ricordo che prima di questo cambiamento una pipì in un angolo veniva multata 10 volte un imbrattamento!!».

«Qualcuno poi suggerisce lavori socialmente utili, lavori riparatori ecc.. - sottolinea il sindaco -. Non sarebbe certo sbagliato ma oggi non è nei poteri del Comune costringere le persone a lavori obbligatori. Noi possiamo solo sanzionare. E scriverne non era un "ostentare i muscoli" dell'autorità, semmai testimoniare all'opinione pubblica sensibile che comportamenti riprovevoli vengono anche sanzionati e che non c'è indifferenza o lassismo».

«Tutto questo, infine - conclude Roberto Cosolini -, non deve portare ad accanimento contro il ragazzo: ha sbagliato danneggiando un bene, ne paga le conseguenze senza che debba essere demonizzato. Spero che tutti, istituzioni , famiglie, scuola riusciamo sempre più a promuovere valori e comportamenti positivi che prevengano certi fenomeni piuttosto che dover reprimere e sanzionare dopo. Ma se accade lo di deve fare, certo senza alcuna gioia».

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