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La proposta

I Verdi bocciano la centrale nucleare a Monfalcone

Sull’ennesima proposta di centrale nucleare a Monfalcone, i Verdi ribadiscono il No referendario di 1987 e 2011 e rilanciano la conversione ecologica della Centrale a carbone

"Ogni scusa e? buona per riproporre il nucleare, ma scegliere Monfalcone quale sito di esperimenti nucleari e? ancora piu? inquietante". Lo ha detto Giulia Giorgi, consigliera federale di Europa Verde, in una nota stampa. "Non e? bastato il voto contrario di due Referendum nazionali, nel 1987 e nel 2011 a fermare gli appetiti della lobby nucleare civile, strettamente connessa a quella militare. Nemmeno i costi elevatissimi di costruzione di un impianto nucleare, o il fatto che non disponiamo della materia prima (l'uranio) e quindi saremmo dipendenti da altri Paesi, sono sufficienti per fermare queste lobby voraci, nonostante l’evidente ossimoro di essere l’Italia un paese che esporta energia".

Giorgi ha quindi citato i rischi di incidenti catastrofici nel Golfo di Trieste, "che ospita a Trieste e Koper due porti nucleari militari di transito, non molto distanti dai depositi di armi nucleari di Aviano. E il piu? grande terminal petrolifero del Mediterraneo a Trieste/Dolina, oggetto di un devastante attentato terroristico nel 1972". "Il territorio monfalconese e? stato letteralmente martoriato dal carbone e dai combustibili fossili - continua la nota -. Quasi fosse una punizione, per il fatto che anni fa disse No ad un terminal di metano, progetto che la SNAM poi realizzo? in provincia di Rovigo".

La proposta di Europa Verde

"Come Europa Verde abbiamo proposto il 29 maggio scorso, in un incontro pubblico intitolato “Addio alle Centrali a carbone e a gas: puntiamo sulle rinnovabili” qualcosa di piu? innovativo: un progetto che prenda a modello l’esempio vincente di riconversione presentato a Civitavecchia, che punta verso un nuovo modello di sviluppo in contrasto con l'attuale politica energetica basata su combustibili fossili come carbone metano, petrolio e uranio. Tale progetto - spiega Giorgi - prevede un sistema eolico galleggiante integrato col fotovoltaico a terra, e la costituzione di comunita? energetiche fra cittadini; puo? fornire molta piu? energia di quella tra "per 22.000 case” e molti piu? posti di lavoro rispetto a una centrale nucleare". "In progetti di questo tipo vediamo potenzialita? positive, sia per la protezione dell'ambiente che per la costruzione dell'indipendenza energetica, con l’abbattimento dei costi di produzione e della speculazione dovuta all’emergenza bellica. Per rendere possibili salute e lavoro alle generazioni future" ha concluso.

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