Accerchiati fuori dal Bentegodi, tre triestini vittime di aggressione
Il grave episodio è avvenuto a Verona, nei pressi dello stadio dove gioca l'Hellas. Il racconto direttamente dalla voce delle vittime
Accerchiati e malmenati dopo essere stati inseguiti da alcuni ultras "butei". Neanche il gemellaggio con la Triestina ha salvato tre triestini, di fede calcistica milanista, che la scorsa domenica sono andati al Bentegodi per supportare la loro squadra del cuore. "Non credevo ci sarebbero stati problemi - racconta Cristiano a TriestePrima -, ma subito dopo aver parcheggiato siamo stati raggiunti da una serie di epiteti ingiuriosi urlati con soprendente rabbia". Decidono di proseguire ignorando la situazione ma un ultras dell'Hellas decide di rovesciare una lattina di birra addosso ai malcapitati. E' da qui in poi che il racconto testimonia la disavventura attraverso dettagli sempre più precisi.
"Triestini e butei, sempre fradei"
"Un signore di fronte a noi si gira e ci suggerisce di procedere in un’altra direzione, per non andare a sbattere nel pericoloso ingresso della curva di casa. Ringraziamo e ci ritroviamo in una stradina, dove d’un tratto veniamo accerchiati da quattro individui che ci avevano inseguiti. Uno di questi, sulla sessantina e con aria grave da malavitoso, intima al nostro amico di togliersi la maglietta. Avrebbe potuto rimettersela solo all’interno dello stadio. Di fronte al nostro educato rifiuto, un altro signore sulla cinquantina dai capelli bianchi e l’aria da padre di famiglia cerca di togliere la giacca al nostro amico che resiste". La situazione si fa tesa e Cristiano decide di intervenire, giocando il jolly.
Il racconto
"Li informo che veniamo da Trieste, la cui tifoseria è storicamente gemellata con quella gialloblu e che, alla fine, “triestini e butei sempre fradei”. Il nostro amico alla fine si rimbocca la maglietta nei jeans, chiude bene la giacca di pelle fino al bavero, e con la promessa di rimanere così fino allo stadio ci lasciano improvvisamente andare, per la delusione del ragazzone di 20 anni dallo sguardo da invasato che ci stava sbarrando la strada e che ha visto d’un tratto svanire le sue speranze di menar le mani". Nel racconto di Cristiano c'è però spazio per un'ultima considerazione.
La riflessione
"Ora, a noi tutto sommato è andata bene. Purtroppo ad altri non è andata così bene, e molti, finita la partita, sono stati accerchiati, minacciati ed addirittura picchiati, senza distinzione di età o sesso. Hanno messo le mani addosso anche a donne e bambini. Informandomi meglio scopro che la curva veronese nei giorni precedenti aveva diramato un folle comunicato in cui intimava ai tifosi milanisti di acquistare esclusivamente i biglietti in curva, dato che la tribuna era a maggioranza veronese (e quindi di loro proprietà) e sconsigliava a tutti di indossare maglie o sciarpe rossonere, minacciandoli di aggressioni verbali e fisiche senza distinzione di sesso ed età, visto che era finito il tempo delle gite a Verona. Il comunicato terminava con un tragicomico suggerimento ad usare il cervello”.