Visita ministro Lamorgese, FdI: "Ennesima inutile sfilata senza soluzioni concrete per Trieste"
Matteoni e Giacomelli: "Bene il rafforzamento al confine, ma si punti piuttosto a una politica di respingimento verso quei paesi europei che invece di accogliere gli immigrati, si voltano dall’altra parte e li fanno arrivare direttamente in Italia.”
“Abbiamo assistito all’ennesima inutile sfilata del ministro Luciana Lamorgese che rimarrà priva di conseguenze efficaci sul tema della prevenzione e del contrasto all’immigrazione clandestina lungo la rotta balcanica”. Così si sono espressi Claudio Giacomelli e Nicole Matteoni, rispettivamente segretario e vicesegretario della federazione triestina di Fratelli d’Italia, commentando la visita del ministro Luciana Lamorgese.
Valichi minori e minori non accompagnati
Il ministro, secondo Giacomelli, "non prende impegni in merito alla chiusura dei valichi minori come richiesto dalla Regione, invece si spertica in apprezzamenti sulla collaborazione con la Slovenia, dimenticando che è proprio da quel paese che entrano in Italia, indisturbati, migliaia di profughi all’anno.” “Voglio ricordare - aggiunge Giacomelli - che ancora il 14 luglio il ministro affermava “che la rotta balcanica sta andando abbastanza bene”, e che ancora il 5 agosto aveva promesso un “imminente rafforzamento” del contingente di militari già destinato alla vigilanza della frontiera”. Speriamo che questa sia la volta buona.” Nicole Matteoni ha quindi evidenziato che non c'è stato alcun concreto impegno del ministro in merito al problema dei minori accompagnati "che grava sulle casse dei comuni già duramente colpiti dalla crisi economica post covid, come hanno recentemente denunciato con una lettera aperta i Sindaci dei quattro comuni capoluogo della regione”.
"Si punti ad una politica di respingimento"
“Ben venga - concludono i due esponenti Triestini di Fratelli d’Italia - il rafforzamento del numero di militari da impegnare sul fronte della vigilanza dei confini, ma resta inammissibile che si continui a seguire una politica dell’accoglienza, adesso anche nelle caserme, e non si punti piuttosto a una politica di respingimento verso quei paesi europei che invece di accogliere gli immigrati, si voltano dall’altra parte e li fanno arrivare direttamente in Italia.”