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Cronaca

Caso D'Agostino, il ministero si schiera e presenta la sua difesa

Roma fa il primo passo con la presentazione della memoria difensiva a favore del manager veronese atteso dall'udienza del Tar in programma domani 24 giugno. Si parla di "legittimità della nomina". Pool di avvocati a sostegno della posizione del porto

Il Ministero dei Trasporti si schiera dalla parte di Zeno D'Agostino. La "memoria difensiva" che il MIT presenterà nella giornata di domani 24 giugno, data in cui è prevista la seduta del Tar del Lazio per far luce in merito alla destituzione del manager veronese  in seguito all'ormai celebre delibera dell'Anticorruzione, parla in maniera esplicita di nomina legittima, alzando di fatto il muro contro la struttura presieduta da Francesco Merloni. 

La vicenda

Il presidente dell'Autorità Portuale di Sistema era stato raggiunto dal provvedimento dell'Anac due settimane fa. I lavoratori portuali di Trieste erano da subito scesi in piazza per "blindare" il vertice dello scalo giuliano. Dopo una prima fase, gli stessi dipendenti del porto avevano indetto una manifestazione a supporto di D'Agostino che aveva visto migliaia di persone riempire piazza Unità d'Italia. Al grido di "giù le mani dal presidente", moltissimi triestini si sono schierati dalla parte del porto e dei suoi vertici. 

La situazione attuale

Nei giorni che precedono quindi la battaglia legale che si aprirà a Roma domani, la situazione a Trieste è rimasta pressoché la stessa. Se da un lato il Commissario straordinario aveva espresso le sue preoccupazioni per quanto riguarda gli investitori stranieri - "inconferibilità è una parola che è difficilmente traducibile nelle altre lingue", questa in sintesi la posizione di Mario Sommariva - dall'altro lato la speranza dei lavoratori e di buona parte della politica locale - Forza Italia esclusa ndr - è che si possa arrivare in tempi brevi ad una soluzione volta a rimettere D'Agostino al suo posto. 

La memoria difensiva

Il punto centrale nella memoria difensiva presentata dal ministero è che "tra Mit e Ttp S.p.A. non sussistono rapporti di finanziamento o assoggettamento a direzione o regolazione". Inoltre, si legge, "il Presidente non ha mai svolto attività di gestione diretta e all’epoca la giurisprudenza ultima del Consiglio di Stato citata da Anac, che afferma contro la lettera della norma che il solo far parte di un Cda attribuisce poteri gestori a ciascun membro, non era in alcun modo prevedibile”. 

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Gli avvocati

Il nodo potrebbe essere quindi quello relativo alla maggioranza di Trieste Terminal Passeggeri che "fa capo a privati", smontando di conseguenza l'impianto che vorrebbe D'Agostino nella posizione oggetto della delibera Anac. A difendere il porto di Trieste e il suo presidente c'è un vero e proprio pool di legali: Guido Alpa, Francesco Munari, Federico Tedeschini e Luca Di Donna. 

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