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Economia, Chiavegatti (Destra sociale): «L'azienda chiude? I lavoratori la comprino»

L'azienda chiude? Aiutiamo i lavoratori a riprenderla in mano.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

L'Italia è un Paese dalle forti tradizioni artigianali e Trieste ospita molte di queste realtà storiche. Negli ultimi anni, però, molte realtà artigianali, commerciali, ristorative, edili, industriali hanno dovuto chiudere causa la globalizzazione del mercato, la crisi e - in alcuni casi - per scelte strategiche errate. Molti sono i lavoratori che da "occupati" sono diventati nell'immediatezza "disoccupati".

Ma politicamente cosa possiamo fare? Possiamo aiutare i lavoratori, se lo vogliono, a riprendere le aziende in mano e riaprirle. E' quello che accade nella vicina Francia, per esempio, dove i lavoratori pur di non entrare nella schiera dei "disoccupati" si formano giuridicamente in "cooperativa" proponendo o al titolare dell'azienda (se decide di chiudere semplicemente) o al curatore fallimentare o al presidente del Tribunale la ripresa e continuazione dell'attività dell'azienda. 

Così facendo, rilevandola o riaprendola, i dipendenti, gli operai, i collaboratori dell'azienda entrata in crisi, non solo salvano il proprio posto di lavoro e ma anche il futuro dell'azienda in questione. Questo tipo di operazione viene definita "workers buy out" (l'operazione nasce in seguito alla messa in liquidazione o al fallimento dell'azienda; in questo caso i lavoratori si riuniscono in cooperativa e si propongono di prendere in affitto o acquistare l'azienda dal liquidatore o dal curatore fallimentare e per farlo utilizzano il tfr, l'indennità di mobilità e eventualmente i propri risparmi e quando ciò non fosse sufficiente mettono in moto quell'azione di raccolta fondi che si chiama "crow founding"). Luca Chiavegatti-2

Questo è un esempio pratico di chi non si arrende al declino, di chi trova la forza di combattere... e di vincere anche. Il compito di chi è "attore politico" è quello di dare una mano a questi combattenti per la loro vita sociale e familiare che dovranno scontrarsi con la burocrazia, il tribunale e i sindacati e nella raccolta del capitale necessario all'operazione attraverso "l'investimento partecipativo". Questo avviene in Francia e perchè non può avvenire in Italia? I presupposti ci sono tutti.

Esperienze di questo tipo dimostrano che di fronte ad un evento drammatico si può reagire in due modi: arrendendosi o attivando il pensiero laterale che porta a cercare nuove soluzioni di fronte a nuovi problemi. Certo che è una sfida rischiosa, difficile, certo. Difficile, ma possibile e per fortuna realizzabile proprio in Italia, proprio quì a Trieste, proprio ora che le aziende sono "spinte" alla chiusura mandando a casa migliaia di lavoratori e mettendo in maggior difficoltà migliaia di famiglie.

Ma per cambiare le cose bisogna lottare! Per vincere bisogna combattere!

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