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A picco le partita iva in Fvg: crollo a Trieste

Calano le aperture di nuove partite Iva in Fvg. Nel 2015 se ne sono contate 8.196, vale a dire 1.096 in meno rispetto all'anno precedente. La flessione è dell'11,8%, analoga a quella del Nord Est (-11,7%) ma superiore a quella nazionale (-10,1%)

Calano le aperture di nuove partite Iva in Fvg. Nel 2015 se ne sono contate 8.196, vale a dire 1.096 in meno rispetto all’anno precedente. La flessione è dell’11,8%, analoga a quella del Nord Est (-11,7%) ma superiore a quella nazionale (-10,1%). La rielaborazione di dati del Mef di Alessandro Russo, ricercatore dell’Ires Fvg, evidenzia inoltre che la diminuzione più consistente si riscontra in provincia di Trieste (-14,6%) e quella più contenuta nell’isontino (-9,9%); Udine e Pordenone sono in linea con la media regionale.

Confronto 2015 su 2014

Il trend 2015 si pone in continuità con la tendenza negativa iniziata nel 2011 e interrotta solo nel 2014, quando le nuova aperture fecero segnare il +7%. Due anni fa, ricorda Russo, l’apertura di nuove partite Iva fu conseguenza anche dell’adesione al regime fiscale “di vantaggio”. Inizialmente la scadenza era fissata al 31 dicembre 2014 (successivamente prorogata a dicembre 2015) e tale circostanza ha indotto molti soggetti interessati ad anticipare l’apertura nell’ultima dell’anno.

Effetto Jobs Act

Le dinamiche negative, osserva l’Ires Fvg, «possono essere state condizionate anche dalle novità introdotte dal Jobs Act che, assieme agli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, hanno favorito la costituzione di contratti di lavoro dipendente rispetto a rapporti di lavoro autonomo con partita Iva». Una ulteriore riprova proviene dall’osservazione della dinamica delle persone fisiche: la diminuzione ha riguardato quasi esclusivamente i lavoratori autonomi (-32%), mentre le ditte individuali presentano un andamento sostanzialmente stabile nel tempo (-2%).

Natura giuridica

Per quanto concerne la natura giuridica, la flessione registrata nel 2015 in Fvg ha riguardato prevalentemente le persone fisiche (-15,4%), che comprendono sia le ditte individuali sia i lavoratori autonomi, inclusi i liberi professionisti, e costituiscono il 75% del totale. In calo anche le società di persone (-7,9%), mentre quelle di capitali segnano il +4,5%; negli ultimi anni sono aumentate soprattutto le Srl con socio unico e le Srl semplificate, mentre sono in diminuzione le società per azioni con sede in regione.

Persone fisiche

Per quanto concerne le sole persone fisiche, nel 2015 il 61% delle nuove aperture ha riguardato gli uomini; rispetto al 2014 la diminuzione è stata maggiore per la componente femminile (-16,6% contro il -14,7% dei maschi) e per i giovani fino a 35 anni (-28,6%). Crescono invece le nuove partite Iva nella fascia di età superiore ai 50 anni; si tratta di tendenze analoghe a quelle nazionali.
I settori

Nel 2014 in Fvg il maggior numero di aperture di partita Iva non si osservava più nel commercio, ma nell’ambito delle attività professionali scientifiche e tecniche dove si era verificato un vero e proprio boom (435 unità in più, pari a +34%)». Questo comparto comprende sia le libere professioni (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti), sia attività non regolamentate da ordini professionali (pubbliche relazioni e comunicazione, consulenza gestionale, collaudi e analisi tecniche, pubblicità e ricerche di mercato). Nel 2015 è proprio questo settore a evidenziare la flessione più accentuata, pari a -604 unità (-35%) rispetto all’anno precedente; il commercio, pertanto, è tornato nuovamente in testa per numero di nuove attività avviate (1.630 su 8.196, pari al 20%). Un altro ambito in cui si rileva una sensibile diminuzione è quello della sanità e assistenza sociale (-159 unità, pari a -24%). Uno dei pochi settori in controtendenza è l’agricoltura (+4,6%), probabilmente influenzato delle novità normative 2015 riguardanti l’Imu sui terreni agricoli, che prevedono agevolazioni per gli imprenditori agricoli professionali. È interessante anche notare che negli ultimi anni continua ad aumentare il numero di nuove partite Iva nell’ambito dell’istruzione (da 124 nel 2011 a 188 nel 2015), un probabile sintomo della crescente precarizzazione del lavoro in questo settore e di frequenti passaggi a forme contrattuali meno garantite. L’analisi dei dati in base al luogo di nascita mostra infine che tra le persone fisiche una nuova partita Iva su cinque è avviata da un soggetto nato all’estero (1.196 su 6.159), in prevalenza in paesi europei non comunitari.

I regimi

Il regime di vantaggio in vigore fino al 2014 limitava l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati e poteva essere mantenuto per 5 anni, con l’eccezione dei soggetti giovani che, fino al compimento del 35° anno di età, potevano conservarlo anche oltre. Il nuovo regime, introdotto a partire dal 2015, può essere invece mantenuto senza limiti di tempo e fissa l’aliquota di imposta al 15% del reddito determinato forfettariamente sulla base di una percentuale dei ricavi/compensi che varia in base all’attività esercitata. Dal 1° gennaio 2016 il nuovo regime ha definitivamente sostituito il precedente; durante tutto lo scorso anno ai contribuenti è stata data la invece possibilità di opzione tra i due (prevista dal D.L. 194/2014, il “milleproroghe”). La legge di stabilità 2016 ha comunque introdotto alcune modifiche sia ai requisiti per poter applicare il regime forfetario, che vengono resi meno stringenti, sia all’aliquota, che per le nuove iniziative viene abbassata al 5% per i primi 5 anni d’imposta, indipendentemente dall’età anagrafica.

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