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Bruxelles non riconosce l'extradoganalità del porto franco

Paolo Gentiloni e il vicepresidente della Commissione Europea Maroš Šefčovič hanno risposto picche alla risoluzione del Senato italiano. La richiesta deve arrivare dal governo Draghi. Preoccupazione tra gli addetti ai lavori

Il principio della competenza, che sia di natura istituzionale oltre che intesa alla stregua delle capacità professionali di ogni soggetto coinvolto. E' questo il cortocircuito che ha fatto esplodere il caso sul mancato riconoscimento dell'extradoganalità del porto franco di Trieste da parte della Commissione Europea. Bruxelles vuole che a formulare la richiesta ufficiale sia il governo e non un'iniziativa del Senato. Sono molti gli addetti ai lavori che traducono la questione come esclusivamente politica e poco legata ad interessi di altra natura. Al di là dei giudizi, a firmare la risposta europea al Senato è stato uno dei vicepresidenti, Maroš Šefčovič, assieme a Paolo Gentiloni. Ora si attende qualche passo dal governo. 

“La risposta della Commissione Europea non ci stupisce e non ci coglie certo di sorpresa" così Fratelli d'Italia in una nota. “Io stesso -  ricorda Claudio Giacomelli - in un recente dibattito televisivo con il consigliere Pasino, affermavo che senza l’intervento del Governo la Commissione Europea avrebbe trattato la risoluzione del Senato come una mozione circoscrizionale. Invitiamo tutte le forze responsabili della città e della regione a ripartire, unite e compatte, dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale su proposta di Fratelli d’Italia, con la quale si invita il Governo a promuovere e sostenere la piena attuazione delle previsioni giuridiche, internazionali e nazionali, inerenti al regime di extradoganalità dei punti franchi del porto di Trieste attivando, mediante notifica alla Commissione Europea, la specifica procedura per il loro inserimento tra i territori non facenti parte del territorio doganale dell’Unione Europea, di cui all’articolo 4 del regolamento (UE) n. 952/2013, istitutivo del codice doganale dell’Unione". 

"È tempo che chi ha a cuore il futuro della nostra città si rimbocchi le maniche" queste le parole in un post apparso sul profilo proprio del consigliere Alberto Pasino che nella mattinata di oggi ha postato anche la lettera di risposta della Commissione Europea. 

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