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La protesta / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Piazza della Borsa

Wartsila, più di mille in piazza e una distesa di cappellini a terra (FOTO)

Per simboleggiare i lavoratori a rischio. Rosolen: "Oggi è in discussione anche la legislazione europea e quella italiana". I sindacati: "Una legge sulle delocalizzazioni esiste già. Se Wartsila non dovesse cambiare idea bisogna capire chi subentrerà"

Una distesa di cappellini e caschi da lavoro a simboleggiare tutte le "teste" dei lavoratori, a rischio dopo l'annuncio della multinazionale finlandese che ha fatto tremare la città intera. Una scossa che è arrivata anche a Roma e che oggi ha richiamato in piazza della Borsa i rappresentanti nazionali delle sigle sindacali, più di un migliaio di manifestanti e gli esponenti della politica cittadina e regionale, da quasi tutti gli schieramenti.

Nel frattempo nello stabilimento di Bagnoli, che rischia la chiusura, è stato indetto uno sciopero di otto ore e così nelle altre sedi italiane, Genova, Taranto e Napoli. La politica nazionale è ormai direttamente coinvolta: pochi giorni fa è stato approvato un ordine del giorno sul tema, firmato da Debora Serracchiani, a cui il Governo ha dato parere favorevole proprio nel giorno del sì all’adesione della Finlandia alla Nato.

Come hanno ricordato tutti, in questa protesta si sta mettendo alla prova la capacità delle istituzioni di opporsi alla delocalizzazione e a scelte aziendali che possono rivelarsi rovinose per il territorio. Lo stesso territorio che, in questo caso, ha erogato all’azienda decine di milioni di finanziamenti pubblici. La stessa azienda che potrebbe ora aprire una voragine economica nel paese.

"Oggi in piazza c'è tutta l'Italia alla prima vera grande prova di politica industriale – ha appunto ricordato l’assessore regionale al lavoro Alessia Rosolen -. Oggi non sono in discussione 450 posti di lavoro ma anche la legislazione europea, quella italiana sulle delocalizzazioni, gli aiuti di Stato, la forza degli Stati membri dell'Ue, i diritti dei lavoratori e il ruolo dei territori nella determinazione delle politiche industriali".

L'esponente della Giunta ha poi rimarcato che “non ci si può permettere la creazione di una rottura completa tra le aziende e il territorio e che non è accettabile, per l'intera Unione europea, che attraverso una norma i sindacati e le istituzioni vengano privati della possibilità di incidere su temi strategici come l'industrializzazione”.

Presente anche il sindaco Dipiazza, la vicesindaca Tonel e il primo cittadino di San Dorligo / Dolina Sandy Klun. Dipiazza si è dichiarato “non del tutto pessimista perché adesso siamo tutti uniti in questa battaglia per quella che è stata la Grandi Motori, che rappresenta la storia della città. Ora un grande ruolo può averlo la Fincantieri, con cui ci siamo confrontati e che è un cliente importantissimo per la Wartsila. Siamo sempre a vostra disposizione, un abbraccio ai lavoratori e alle loro famiglie”.

Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom Cgil, ha dichiarato con forza: “Siamo determinati a impedire l’ennesima scorribanda delle multinazionali, che qui ha raccolto profitti, mercato e professionalità. Il tema che abbiamo posto al Governo è che nella misura in cui Wartsila non dovesse cambiare idea bisognerà capire chi subentrerà all’azienda e con quali soluzioni industriali, perché l’obbiettivo è dare continuità alla produzione”.

Gli strumenti, ha precisato Trevisan, ci sarebbero: “In Italia c’è una legge pensata dal Governo Draghi per contrastare le delocalizzazioni e l’arroganza delle multinazionali. Il Governo deve usare tutte le leve a disposizione per salvaguardare il patrimonio industriale di una città importante come Trieste”. “Se serve farlo attraverso forme proprietarie, di partecipazione e assetti differenti – ha concluso - noi siamo favorevoli”.

Ora i sindacati chiedono un nuovo tavolo al Mise, come ha precisato il segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis, con l’obbiettivo di “avere contezza di quanto dichiarato dal Ministro Giorgetti sull’intenzione di dare corso al progetto dell’industria del mare, che aveva già annunciato nello scorso incontro. Aveva chiesto anche al gruppo finlandese di entrare in questo progetto, che prevede non solo, a detta del ministro, la conferma delle produzioni ma anche investimenti su idrogeno, prodotti che rispettano la transizione ecologica e del trasporto marittimo. Noi ci crediamo ma vogliamo vedere qualcosa di concreto che possa portare a rivedere la posizione di Wartsila”.

Il segretario nazionale Uilm Uil Michele Paliani ha poi annunciato: “Vogliamo organizzare un’altra grande manifestazione. Questa non può rimanere una protesta circoscritta a Trieste ma deve ampliarsi a livello nazionale per tutelare tutta questa conoscenza che ha un grande valore storico e che non può essere dispersa in questo modo”.

Wartsila manifestazione piazza della Borsa

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